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Doc, l'oncologa smonta la fiction Rai: "Di mesotelioma si guarisce? Allucinante"

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"L’ho sempre amata ma quest’anno dopo la seconda puntata, così spiazzante, ho smesso di guardarla. È stato allucinante sentire quelle cose, ho spento la tv. Non si può dire che di mesotelioma si guarisce": Federica Grosso, responsabile della struttura Mesotelioma e tumori rari all’ospedale Santi Antonio e Biagio di Alessandria, lo ha detto a La Stampa a proposito della fiction Rai "Doc-Nelle tue mani" con Luca Argentero. La dottoressa lavora vicino a Casale Monferrato dove fino al 1986 sorgeva l’Eternit, lo stabilimento produttivo d’amianto più importante d’Europa. E di mesotelioma, un raro tumore primitivo della sierosa mesoteliale, in genere causato dall'esposizione all'amianto, sa tutto. 

E il racconto che ne è stato fatto nella fiction Rai non l'ha convinta. Nella serie tv, ad ammalarsi di questo tumore è l'ex moglie di Doc, il personaggio di Agnese Tiberi. "In un flashback si scopre che il mesotelioma le è stato diagnosticato 12 anni prima. Si parla di un primo stadio che vuol dire poco nel mesotelioma - ha spiegato la dottoressa -. L’aggressività della patologia dipende molto di più dall’istologia: li classifichiamo in epitelioide, sarcomatoide e bifasico. Poi si cita una cura sperimentale negli Stati Uniti che fa guarire la paziente. Se il presente, in un immediato post Covid, è ambientato nel 2022, quella diagnosi risalirebbe al 2010, quando non esisteva nessuna cura sperimentale capace di guarire negli Usa perché non esiste nemmeno oggi"

 

 

 

"Dal mesotelioma - ha sottolineato la Grosso - purtroppo non si guarisce. Ai miei pazienti dico sempre che possiamo curarlo e fino a vent’anni fa era impensabile: oggi vivono più a lungo e meglio grazie alle terapie". Di cure sperimentali risolutive, invece, non ce ne sono. E per la dottoressa "dare illusioni è grave". A un certo punto della fiction, poi, si parla di recidiva. Ma è sbagliato, secondo l'oncologa: "È un’altra inesattezza. Si può parlare di recidiva solo dopo un’operazione, che riguarda il 10% dei casi e non è ancora certo prolunghi la sopravvivenza. E sono rari i casi di convivenza con la malattia per più di un decennio". E ancora: "La storia di Agnese è molto lontana dalle storie comuni e non è per nulla rappresentativa della malattia, soprattutto se di mesotelioma in televisione non si è mai parlato". 

 

 

 

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