Fedez ospite di Forza Italia le canta alla sinistra

Il cantante attacca l’opposizione: "Rifiuta il confronto". Poi spara bordate contro Beppe Sala e Di Maio. Tajani: "I nostri ragazzi uno stimolo al partito"
di Pietro De Leodomenica 1 giugno 2025
Fedez ospite di Forza Italia le canta alla sinistra
3' di lettura

Fedez che definisce una «cosa buona» l’impossibilità per Beppe Sala a ricandidarsi a Milano un’altra volta. Fedez che bacchetta i politici del milieu progressista.
Parlando del suo podcast, infatti, ammette: «Ogni volta che invito persone con posizioni di destra, la controparte di sinistra, l’antagonista, si rifiuta sempre di sedersi al tavolo e di dibattere». Poi ne racconta una su Luigi Di Maio. In sintesi, quando l’ex pentastellato era ministro degli esteri (Conte 2) ed infuriava il Covid, la famiglia di Elon Musk voleva donare dei respiratori all’Italia, ma serviva una mappatura delle aziende ospedaliere per capire come organizzare il tutto. Ebbene, la cognata del magnate (che è italiana) preferì rivolgersi al cantante piuttosto che all’allora capo della Farnesina, perché non si fidava. Una critica anche al direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio, per via del libro postumo su Silvio Berlusconi («Davvero spiacevole»).

Questo è stato, a grandi linee, l’intervento di Fedez dal palco del congresso nazionale di Forza Italia Giovani. Un incontro attesissimo, il nocciolo del quale era la sensibilizzazione per la tutela della salute mentale. Dunque nessuna deragliata da parte sua, grande rispetto per Silvio Berlusconi che pure aveva attaccato in passato, ragazzi compostissimi ad assistere al confronto tra il cantante e Giuseppe Cruciani, con il deputato azzurro Stefano Benigni (ieri ha passato la mano nel ruolo di numero uno dei giovani) a fare da moderatore. In fondo, come dirà a fine congresso il portavoce di Forza Italia Raffaele Nevi, «il confronto è la nostra forza».

NUOVE LEVE

Ed in fondo è stato un sabato in cui l’assise ha segnato l’elezione del 24enne romano Simone Leoni, nel segno della libertà e della responsabilità. La libertà, valore che evoca Paolo Del Debbio in un discorso molto accorato: «Siete ereditari della grande storia politica liberale», scandisce ricordando Silvio Berlusconi. E la responsabilità, per le proposte.

I giovani azzurri ci hanno lavorato per settimane ed è nato un libello, su input di Letizia Moratti. Il segretario nazionale Antonio Tajani invita il vivaio azzurro a stimolare il partito adulto ed «essere da pungolo». Il tema, dice, «è dare la possibilità a un giovane di esprimersi, perché se non si esprime non crescerà mai politicamente».
Il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri che è sicuro: «Il nostro movimento giovanile avrà un grande futuro». E aggiunge: «Il compito di una classe dirigente è proprio quello di lanciare una sfida verso il futuro con la successione di nuove generazioni». Il collega della Camera Paolo Barelli, che poi terrà un mini panel con l’altro ospite, il campione di nuoto Massimiliano Rosolino, scandisce: «Noi siamo il partito della libertà, un partito che ascolta, che valuta e che sa giudicare con rispetto».

Il numero uno del partito all’europarlamento, Fulvio Martusciello, spiega: «La presenza oggi di Fedez e di ospiti illustri dà il senso di una parola che Silvio Berlusconi ha rispolverato nel 1994: la parola libertà. Una parola che, prima della sua discesa in campo, non era mai stata davvero declinata in politica».

OBIETTIVI

Poi c’è la piattaforma, programmatica, che vede il tema della salute mentale giovanile come un argomento di primo piano. «Parlo di quei tanti ragazzi e ragazze che oggi nel nostro Paese soffrono silenziosamente di mali invisibili e che si sentono soli, isolati o dimenticati», dice Leoni nel suo intervento con cui annuncia la candidatura. Poi c’è l’agenda politica, di tutti i giorni, che comunque pende e si intreccia con un evento come quello di ieri, che ha visto un migliaio di giovani in platea in un luogo storico per Forza Italia, quel Palazzo dei Congressi di Roma dove si sono tenuti più e più momenti segnanti del partito azzurro sin dai tempi di Silvio Berlusconi. Uno dei temi di stretta agenda è sicuramente la politica estera, con certe veemenze ProPal che continuano a scorrere nel confronto pubblico italiano per via della questione mediorientale. «Non bisogna mai odiare perché non sai come la propaganda di odio può creare reazioni inconsulte. Bisogna dire sempre la verità, evitare strumentalizzazioni», dice Tajani. E poi aggiunge: «Sono davvero indignato quando ascolto toni e parole violente, anche in Parlamento, accusandoci di avere le mani lorde di sangue, solo per trovare compattezza nella sinistra, ma i cattivi maestri rischiano di fomentare odio, non di costruire pace».