Morto Ludovico Peregrini: addio Signor No, il "cattivo" dei quiz

di Leonardo Iannaccidomenica 10 agosto 2025
Morto Ludovico Peregrini: addio Signor No, il "cattivo" dei quiz

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Inflessibile, severo e con un volto da giudice antipatico, anche se nella vita era una delle persone più amabili della televisione che fu, Ludovico Peregrini era un’icona di Rischiatutto e di quasi tutti i programmi a quiz che quel gran genio di Mike Bongiorno ha presentato fra gli anni Sessanta in Rai e il nuovo millennio nell’attuale Mediaset. Ebbene, quel’inflessibile giudice conosciuto da tutti con il rigido soprannome di Signor No ci ha lasciato ieri e la notizia è arrivata dalla famiglia, composta dalla moglie Nicou e dalle figlie Sofia e Anna, attraverso questa nota: «Si è spento all’età di 82 anni, in Bretagna, circondato da tutti i suoi cari. A tutti noto come il “Signor No” è rimasto fino all’ultimo pieno di curiosità, leggerezza e disponibilità a tutto e a tutti. La sua più grande gioia, oltre alla famiglia, è di aver potuto con i suoi programmi tenere compagnia a tanta gente».

ESORDIO CON BAUDO
Nato a Como il 27 giugno del 1943, quando la seconda guerra mondiale infuriava sulle rive del lago, Peregrini si era poi laureato in Lettere alla Cattolica di Milano ed era stato portato in Rai da un conoscente che lavorava già per l’emittente di stato, all’epoca unico network. Una curiosità: il suo primo impegno non era stato in una trasmissione dell’amico Mike Bongiorno ma in quella di un suo rivale storico: Pippo Baudo che lavorò con lui a Settevoci.

Un quiz di stampo musicale che, fra l’altro, contribuì a lanciare cantanti poi diventati famosi, Al Bano fra questi. Ma nel 1970 arrivò il programma che lo consacrò come ineffabile e cattivissimo Signor No, sempre pronto a non perdonare i concorrenti per una risposta sbagliata o incompleta: con Bongiorno diede vita a Rischiatutto, iniziando una collaborazione che sarebbe durata oltre quarant’anni.

Mike a fare domande in piedi davanti alle cabine dei tre concorrenti, Peregrini alle sue spalle seduto in uno scranno a controllare e, spesso, bocciare le risposte non esatte. «Nei giorni precedenti alla trasmissione passavo ore a studiare le domande che Mike avrebbe poi fatto, dovevo essere preparatissimo come Signor No», spiegò. «Non me lo sarei mai perdonato di intervenire sbagliando un mio giudizio».

Indimenticabili, in quella televisione in bianco e nero, le suspance legate alle risposte “in cabina” di concorrenti divenuti personaggi: il campionissimo di Rischiatutto, Massimo Inardi, ad esempio oppure lo stralunato farmacista fiorentino Massimo Fabbricatore, il tabaccaio Marcello Latini e la signora Longari che, fallendo una domanda su un volatile, la leggenda volle essere protagonista di una celebre battuta di Bongiorno: «Ahhh, signora Longari, lei mi è caduta sull’uccello!». Anni dopo, lo stesso Peregrini smentì il fatto: Mike non avrebbe mai pronunciato quelle equivoche parole. Le registrazioni di molte puntate andarono cancellate o addirittura smarrite e non c’è mai stata la possibilità di controllare l’accaduto.

TV INGENUA
Ma in quella televisione ingenua e a tratti puerile, un programma come Rischiatutto fece davvero epoca, anche per le millimetriche e sturbanti minigonne della valletta, l’epocale Sabina Ciuffini. I milioni elargiti a chi vinceva dopo le domande finali. E i 25 milioni di telespettatori riuniti davanti ai tubi catodici delle televisioni d’allora: un record per la Rai.

Con Bongiorno, Peregrini ha continuato a lavorare nell’allora Fininvest a format simili a Rischiatutto e dai titoli che pochi hanno dimenticato: Scommettiamo?, Flash, La ruota della fortuna, Bis, Bravo bravissimo, mentre per Chi vuol essere milionario? è diventato il Signor Nodi Gerry Scotti.

Ma il Signor No è stato altro: un uomo colto, uno studioso e un autore di canzoni per stelle della musica: Mina, Mino Reitano, Toto Cutugno e anche molti altri. E quando, nel 2016, Fabio Fazio ripropose in Rai il Rischiatutto, Peregrini accettò di rivestire i panni del Signor No ma, per rispetto al grande amico Mike che se ne era andato qualche anno prima, sentenziò: «Però non facciamo il Rischiatutto, giochiamo al Rischiatutto. In tal caso vengo». E quella volta non disse di no.