Sydney Sweeney irriconoscibile: diventa brutta per vincere l'Oscar

di Alessandra Menzani martedì 16 settembre 2025
Sydney Sweeney irriconoscibile: diventa brutta per vincere l'Oscar

(Libero)

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Se non fosse per quella pubblicità azzeccatissima (o sbagliatissima) in cui indossava i jeans e parlava di geni, Sydney Sweeney non sarebbe così famosa, sarebbe una delle tante biondine di Hollywood reginetta di bellezza, carina, deliziosa, ma alla fine della fiera: Sydney chi? Invece lo spot dei pantaloni American Eagle - accusato di nazismo, razzismo e altre brutte cose le ha dato lo spintone che ha fatto la differenza: polemiche, boicottaggi, difese, addirittura Donald Trump che interviene nel caso definendola una delle sue attrici preferite.

La star della serie Euphoria e del primo The White Lotus, in cui nel ruolo di ragazzina odiosa e viziata era imbattibile, come tutte le belle che vogliono vincere l’Oscar, o almeno essere prese sul serio, ha deciso di trasformare il proprio corpo, diventare “brutta”, scurirsi i capelli e ingrassare 13 chili.

LIVIDI E BOTTE

Il risultato colpisce. Sono uscite infatti le prime immagini del film biografico sulla pugile Christy Martin, presentato al Festival del cinema di Toronto, in cui l’attrice appare appesantita, con i capelli passati da dorati a color topo, con la faccia di lividi e gonfiori per le botte sul ring. «Le scene di lotta sono tutte autentiche», spiega la 28enne nata a Spokane, Washington, che racconta di aver girato Christy, in uscita a novembre in Usa, senza controfigura, valore aggiunto per una delle interpretazioni più impegnative della sua carriera.

Soprannominata «la figlia del minatore di carbone», Chtristy Martin, oggi 57 anni, è stata una pugile professionista, commentatrice e oratrice motivazionale statunitense. Ha gareggiato dal 1989 al 2012, detenendo il titolo WBC dei pesi superwelter femminili nel 2009. «Avevo un nutrizionista al mio fianco, oltre a un personal trainer e un allenatore di boxe», dice la diva, «abbiamo aumentato l’apporto calorico e ho iniziato a prendere molti frullati proteici e integratori, e a mangiare di tutto. Mangiavo un sacco di Smuckers, molti panini al burro d’arachidi e marmellata, frullati, mangiavo sempre e solo perché eravamo così attivi. Bruciavo tutto contemporaneamente. Quindi mantenere il ritmo è stata una vera sfida».

La vedi in canotta sportiva e faccia da maschiaccia, e fatichi a riconoscerla sul palco degli Emmy Awards, l’altra notte in diretta da Los Angeles, strizzata in un abito rosso lucido capace di provocare danni alle coronarie. Ci tengono molto, gli americani, a mostrarsi irriconoscibili sul set. L’ingrassamento, l’acchiattimento, l’imbruttimento, sono tutti espedienti amatissimi dai divi di Hollywood per darsi un tono e vincere un premio: la letteratura parte da Robert De Niro a Margot Robbie, la cui interpretazione migliore resta (appunto) quella della pattinatrice Tonya Harding che le fece sfiorare l’Oscar come miglior attrice non protagonista nel 2017.

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(LaPresse)

La stupenda Charlize Theron, anni prima, ce l’aveva fatta a vincere la statuetta per il ruolo in Monster, dove era davvero mostrificata, come si deduce dal titolo del film tratto dalla storia vera della prostituta Aileen Wuornos, condannata a morte e giustiziata nel 2002 per l’omicidio di sei uomini commessi tra il 1989 e il 1991. Accumolare chili è una cosa che la Theron ha detto che non farà mai più: «Quando avevo 27 anni, ho girato Monster. Ho perso 13 kg tipo dalla notte al giorno. Ho saltato tre pasti e sono tornata al mio peso forma. Quando ho girato Tully invece avevo 43 anni e ricordo che mi è servito un anno per perdere peso. Ho chiamato il mio dottore e gli ho detto: “Penso che sto morendo perché non riesco a perdere peso”. La Sweeney ha ancora un po’ di anni per accettare trasformazioni fisiche di questo tipo, ma il suo sex appeal è difficilmente danneggiabile. Nonostante gli sforzi.