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Stefano D'Orazio, i 100mila euro chiesti dalla figlia "fantasma": rumors, lo strazio dei Pooh

lunedì 15 dicembre 2025
Stefano D'Orazio, i 100mila euro chiesti dalla figlia "fantasma": rumors, lo strazio dei Pooh

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Sta per aprirsi una nuova, dolorosa pagina giudiziaria relativa alla memoria di Stefano D’Orazio. Davanti alla Corte d’Appello di Roma prende infatti il via il secondo grado del processo che contrappone la vedova dello storico batterista dei Pooh, Tiziana Giardoni, e Francesca Michelon, la figlia riconosciuta dopo la sua morte, che ha avanzato una richiesta economica risarcitoria pari quasi a 100mila euro. Una battaglia legale che riporta sotto i riflettori una vicenda intima e familiare, trasformandola ancora una volta in materia di cronaca, con grande amarezza di chi ha conosciuto e amato l’artista.

Tra gli amici più stretti di D’Orazio e tra i suoi compagni di una vita musicale, il sentimento prevalente è un misto di oppressione e tristezza. L’idea che l’eredità di Stefano venga discussa pubblicamente, tra cifre e ricorsi, è vissuta come un tradimento dello spirito con cui il musicista ha attraversato la sua carriera. Il pensiero che circola è che "Stefano era un grande artista e come tale andrebbe ricordato. Un principio semplice, che oggi sembra però soccombere sotto il peso delle aule di tribunale. San Basilio diceva che il denaro è lo sterco del diavolo e probabilmente non aveva torto. Anche il direttore di Novella 2000, Roberto Alessi, commenta: “È una situazione terribile. È brutto che il nome di un grande artista venga ricordato per questa storia e non per il suo grande valore creativo".

Chi faceva parte della sua quotidianità è consapevole di come questa vicenda stia spostando l’attenzione dal dolore autentico per una perdita improvvisa a questioni terrene e divisive. “Ed è davvero un peccato che sia così. In una situazione del genere la cosa migliore sarebbe cercare di parlarne il meno possibile", confidano persone vicine al musicista. Un sentimento condiviso soprattutto dai Pooh, che sarebbero i più colpiti emotivamente da questo strascico giudiziario, riferiscono persone vicine alla band.

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Entrando nel merito dei fatti, il processo di secondo grado nasce dal ricorso presentato da Tiziana Giardoni contro la sentenza di primo grado che aveva già segnato una svolta storica. I giudici avevano infatti riconosciuto in via definitiva Francesca Michelon come figlia biologica di Stefano D’Orazio, sulla base dell’esito inequivocabile del test del Dna. Una decisione che aveva portato all’annullamento del testamento redatto dal musicista nel 2016 e alla conseguente divisione dell’eredità in parti uguali tra la figlia e la vedova.

Non solo. In quella sede, la Corte aveva anche condannato la Giardoni al pagamento di 60mila euro per i danni esistenziali riconosciuti a Francesca Michelon, legati al mancato riconoscimento paterno in vita. Un punto che oggi rappresenta uno dei nodi più controversi del nuovo giudizio.

Con l’appello, infatti, la vedova di D’Orazio chiede un ribaltamento sostanziale della decisione, avanzando a sua volta una richiesta di risarcimento pari a 100mila euro per i danni esistenziali che sostiene di aver subito. Secondo la sua tesi difensiva, le difficoltà nel rapporto tra Stefano e Francesca non sarebbero imputabili al musicista, ma deriverebbero principalmente dal comportamento della donna.

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