Cerca
Logo
Cerca
+

Grande Fratello Vip, dopo la bomba coronavirus sui concorrenti ce n'è abbastanza per chiuderlo

Francesco Specchia
  • a
  • a
  • a

La battuta più ricorrente sulle pallide ombre del Grande Fratello Vip - concorrenti, conduttori o autori - è che siano dei grandi nel loro genere, ma che è il loro genere ad essere piccolo. Ecco, adesso quel genere è diventato infimo. Lo spettacolo interno del Gf, questo tripudio di gossip talora ai limiti del pattume, con l' emergenza coronavirus all' esterno della Casa, s' è oggi trasformato in una commedia umana urticante. Urticante e non richiesta. Prima una signora di cui ignoro il nome che porta disinformazione sulla Cina decimata dal virus («C' era gente che cadeva stecchita»); poi l' irruzione di Michele Cucuzza che spiega in un videomessaggio la reale situazione, assieme alla conferenza stampa del premier Conte.

 

Psicodramma - Poi le lacrime, i pianti e la disperazione nel sentire le voci dei propri cari; dopo i volti gonfi e tumefatti dall' inquietudine di Antonella Elia dall' occhio spiritato e Valeria Marini che brandisce rosari neri; e dopo ancora i commenti sull'«economia in ginocchio» laddove fino a poco fa si parlava delle attività autoerotiche di Rita Rusic che si lamentava dell' assenza di testosterone.
E ancora ecco lo psicodramma che va in crescendo: lo scatto di Fabio Testi preoccupato per il figlio e i vaffa di Zequila che invoca la mamma ottantenne; e, prima ancora, Adriana Volpe che sospetta qualcosa («Sta succedendo qualcosa ci sono troppe strane coincidenze») e si confida con l' archeologo Aristide Malnati l' unico da salvare, in quell' atmosfera a metà tra un pollaio e il treno di Cassandra Crossing.
Ecco. Tutta questa umanità allo sbando trasuda ora da un programma che vive da vent' anni sulle iniezioni di gossip e i colpi di scena artefatti al solo scopo di gonfiare l' audience, sgonfiando spesso la dignità degli stessi partecipanti. Il che andrebbe anche bene. Mediaset, tv commerciale, fa legittimamente di tutto per titillare la sua gallina dalle uova d' oro.
Se non fosse che, fuori da questo assurdo teatrino, l' Italia intera si trova agli arresti domiciliari, il Cigno nero allunga le ali sui nostri conti pubblici, e, soprattutto la gente muore.
Mentre i vip o pseudotali stanno discutendo se lasciare le quattro mura dove si consuma la loro quarantena al contrario; e mentre il rovello della produzione del programma consiste nel lasciare o meno Alfonso Signorini solo nella conduzione da Milano, la tv tradizionale è già cambiata. La Rai sta tentando di convertire i suoi programmi di lifestyle e di cronaca bianca in presidi di servizio pubblico; La7 ha, per saggia autoprecauzione, ha bloccato gli studi e le produzioni milanesi; a Sky perfino gli alti dirigenti, nella confezione dei palinsesti, oramai lavorano in smart working; il calcio è sospeso. E finanche la stessa Mediaset ha già deciso che non andranno in onda Le Iene, Quarta Repubblica, Live e Verissimo per qualche tempo.

 

Inutile resistenza - Resiste soltanto, nella sua paradossale e pertinace solitudine, il Grande Fratello. Nato come straordinario esperimento sociale grazie ad un' intuizione dell' olandese John De Mol ispirata dal panopticon del filosofo Jeremy Bentham, il Gf ha da tempo esaurito la sua funzione, diventando il più discusso e inopportuno buco della serratura della tv italiana. L' ultima cosa di cui abbiamo bisogno in questo momento. C' è un tempo in cui la tv deve piegarsi al rispetto del dolore e riflettere la dignità della nazione, e non tirateci fuori la storiella della necessità di intrattenere: per quello ci sono i film di Totò, Fiorello e Netflix. Forse l' unica conseguenza non malvagia del coronavirus è che, tra poco, il Grande Fratello potremmo finalmente - ci si perdoni il francesismo- togliercelo dalle palle...

Dai blog