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Nicola Zingaretti, da "cambieremo tutto" a "mi vergogno di voi": il video che spiega il suo spettacolare fallimento

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Nicola Zingaretti si è dimesso da segretario del Pd, dopo due anni di leadership dei dm. Infatti le primarie, che hanno eletto Zingaretti segretario del Pd, si sono tenute il 3 marzo 2019 che lo hanno visto vincitore con il 66% (con il grido di speranza, poi disatteso: "Dateci fiducia e vedrete che tutto cambierà"). Appena eletto parte subito con l’opposizione al governo gialloverde, poi in estate, la famosa estate del Papeete di Matteo Salvini, costruisce l’alleanza con il M5S, che però sembra subire dopo l'apertura di Matteo Renzi, ma che poi decide di rendere strutturale e di farla diventare ancora più ampia in vista delle prossime elezioni amministrative. Per arrivare poi fino alla nascita del governo Draghi e alla crescita dell’opposizione interna che chiede un congresso per discutere dell’intesa proprio con il M5S.

 

 

 

 

La difesa strenua, prima delle dimissioni e della nascita del governo Draghi, dell'ex premier Conte. Le lotte politiche all'interno del partito, la scissione di Matteo Renzi che esce dal Pd e crea Italia Viva, sono le tante problematiche politiche che ha incontrato il leader del Pd. 

 

 

Leader che anche dal punto di vista personale ha passato dei periodi difficili: un anno dopo essere stato segretario e giusto un anno fa annunciava (il 6 marzo 2020) di aver contratto il coronavirus, dopo aver appoggiato la campagna del sindaco di Milano, Beppe Sala, (#Milanononsiferma) ed essere venuto nel capoluogo lombardo con il famoso aperitivo sui Navigli. Insomma tanta carne al fuoco che però non ha prodotto quel salto di qualità e di programma politico di governo che molti osservatori si aspettavano. Situazione che lo ha portato poi a mollare il posto di segretario con l'accusa al gruppo dirigente molto pesante: "Nel partito si parla solo di poltrone, mi vergogno".

 

 

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