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Fuori dal coro, Mario Giordano tra i cartonati di Speranza "pagliaccio": "Hanno provato a farci chiudere", rivelazione pesantissima

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Gran finale di stagione per Mario Giordano a Fuori dal coro, il talk show del martedì sera punto fermo del palinsesto di Rete 4. "Ci toccherà urlare per dire che i prati sono verdi, il cielo azzurro e la notte buia", si congeda il giornalista con una famosa citazione, paragonando l'Italia al 1984 di George Orwell in cui il ribaltamento della verità è sport diffusissimo. Giordano cammina pensoso tra i cartonati dei grandi "protagonisti" di questi folli ultimi 12 mesi, tra virologi, politici e prezzemolini dei salotti di sinistra. Si intravedono Roberto Saviano e Massimo Galli, il generale Francesco Paolo Figliuolo, il ministro della Salute Roberto Speranza, l'ex premier Giuseppe Conte

 

 

 

 

 


"Urlavamo per dire che non bisogna rubare sulle mascherine, eh generale Figliuolo? - ricorda Giordano tirando un colpo sotto la cintola all'ex commissario Domenico Arcuri -. Poi l'ha detto anche lei Figliuolo, noi lo dicevamo da un po'". "Urlavamo per dire che i malati di Covid vanno curati il prima possibile, magari anche a casa", continua Giordano avvicinandosi a un finto Speranza, agghindato da pagliaccio/giocoliere del circo: "Lei non ha mica ancora capito, magari lo capirà".

 

 

 

 

 

 

"Quando lo dicevamo noi non lo diceva nessuno, non ci si può fidare della Cina, vero caro Conte?", aggiunge polemico passando accanto all'avvocato, versione pizzaiolo italiano. "Continueremo a urlare, se ce lo lasceranno fare. Qualcuno che vuole metterci a tacere c'è, o c'era, vero Arcuri che ci ha provato?", se la ride Giordano, salutando i suoi telespettatori: "Chi non urla è complice. Ci vediamo a settembre, speriamo". 

 

 

 

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