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Otto e Mezzo, fucilata di Lilli Gruber: "Quelle che si limitano a fare ciò che decidono gli altri". Da donna a donna: la collega nel mirino

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La7 compie vent’anni e per l’occasione il Corriere della Sera ha intervistato Lilli Gruber, che è uno dei simboli nonché dei volti storici dell’emittente di Urbano Cairo. “Sono arrivata qui nel 2008 - ha ricordato - e ho visto consolidarsi una tv ricca di informazione e approfondimento sempre più credibile che dà voce a tutti imparzialmente, assicurando il dovuto contraddittorio. Solo fatti mai fandonie. Molti sostengono, per me giustamente, che La7 svolga un vero servizio pubblico”. 

 

 

Per la Gruber l’ultimo anno, coinciso con la pandemia, è stato il migliore dal punto di vista dei risultati lavorativi: “Sono molto fiera - ha ammesso al Corsera - un record di 3 milioni di spettatori il 12 febbraio per la caduta del governo Conte, uno share medio del 7,55% e due milioni di spettatori nonostante il calcio che porta via pubblico… la miglior stagione di sempre di Otto e Mezzo”. Riconducibile a quello che viene definito lo “stile Gruber”, che secondo la diretta interessata non sarebbe ispirato a nessun personaggio televisivo: “Cerco solo di fare il mio lavoro a schiena dritta senza scoliosi professionale. Potrei dire che quando le donne sono determinate diventano rompiscatole e castranti, se lo sono gli uomini allora ecco che diventano decisi e virili”. 

 

 

Il Corsera le ha poi fatto notare che ci sono molti talk show condotti da donne: “Mi fa piacere questa concorrenza al femminile? Certo. Molto. Ma mi chiedo: io sono responsabile della mia trasmissione, oltre che conduttrice. Decido i tempi, scelgo ospiti e scalette. Quante altre conduttrici sono nelle mie condizioni e quante quelle che si limitano a condurre ciò che è stato deciso da altri?”. 

 

 

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