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Otto e mezzo, "quando invitate i russi in tv...". Occhio alla faccia di Floris: il gelo sulla giornalista di Repubblica

Claudio Brigliadori
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«Chi di noi oggi non farebbe una intervista a Putin, magari...». Finalmente, viva la sincerità e bando alle rosicate. Lilli Gruber, a Otto e mezzo, ascolta le proposte di censura avanzate da Giovanna Vitale, giornalista di Repubblica, e rivendica non solo il diritto, ma pure il dovere di ascoltare le ragioni del "nemico". La sua ospite, in collegamento con La7, accusa la tv italiana di dare troppo spazio ai filo-putiniani: «Mi riferisco a Solovyev, a Nadana Fridrikhson dipendente della tv del ministero della Difesa russo, a una delle tue ospiti con la Z, Olga Kurlaeva. Queste persone sappiamo già cosa ci diranno, non sono libere di esprimere la loro opinione. Perché invitarle quando non c'è un libero confronto tra le idee? È come se si cercasse una spettacolarizzazione o una surreale par condicio tra invasi e invasori».

 

 

 

Alla Vitale risponde secco Giovanni Floris, che a DiMartedì concede ogni settimana ampio spazio a un opinionista russo: «Christian Amanpour ha intervistato il portavoce di Putin, qual è la libertà del portavoce di Putin? Noi in una guerra terrificante vogliamo sapere su quali basi si muove la Russia. Sentire Putin sarebbe la cosa migliore, obiettivamente». E la Gruber gli fa eco: «Ma magari! E chi di noi non intervisterebbe Peskov o il ministro degli Esteri...». Sì, proprio quel Sergey Lavrov protagonista dello scoop di Giuseppe Brindisi, che lo ha intervistato tra mille polemiche lo scorso 1 maggio a Zona Bianca, su Rete 4.

Qui il video di Otto e mezzo

 

 

«La Fallaci si è tolta il velo davanti a Khomeini...», ricorda ancora Floris, sottolineando quanto il lavoro del giornalista sia diverso da quello del propagandista. «Facciamo reportage, mandiamo giornalisti, invitiamo persone, potendo invitiamo i dissenzienti. E quando la giornalista russa ha definito la Russia un posto libero per la stampa, lo studio si è messo a ridere, perché siamo un punto di confronto libero. Questo è il momento in cui l'idea forte vince su quella debole». 

 

 

 

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