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DiMartedì, "fascista? No, democristiana": occhio alla reazione di Tabacci

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Abbiamo già la coppia comica rivelazione di questa stagione televisiva: Alessandro Di Battista e Bruno Tabacci. L'ex deputato del M5S e il re dei centristi (oltre che uomo che sussurrava a Di Maio) sono ormai ospiti fissi del salottino di Giovanni Floris e non c'è puntata di DiMartedì su La7 in cui non spicchi un battibecco, una battutina velenosa, uno scambio dialettico particolarmente vivace. Le due allegre comari sono agli antipodi per estrazione politica, inclinazioni culturali, indole ed eloquio, senza contare ovviamente il sensibile gap generazionale. Proprio per questo funzionano alla grande. L'uno è, a turno, la miccia dell'altro. 

 

Inizia Dibba, che parte lancia in resta contro Giorgia Meloni: «Il problema non è che è fascista, ma che è democristiana. Si è imbarcata dei democristiani come Rotondi e Fitto». Democristiana, dunque, peggio che fascista. Il direttore Sallusti gli ricorda che la Dc ha rimesso in piedi l'Italia dopo la guerra, Rotondi si fa una risata mentre Tabacci, pure lui orgogliosamente democristiano ancora oggi, sembra friggere sulla poltrona. Sta semplicemente facendo il pieno in vista dello scontro diretto, che avviene da lì a pochi minuti. Quando si parla dei "pupazzi prezzolati" citati da Draghi, Di Battista si scalda: «Immagino si riferisse alla Russia ma credo sia un dovere da parte del presidente del Consiglio che fa delle accuse così gravi, infamanti, fare nomi e cognomi, altrimenti sono delle boutade che francamente non gli fanno onore». «Ma perché non ci sono gli amici di Putin in Italia? Lei ha fatto un lungo viaggio in Russia...», lo provoca Tabacci. 

 

Apriti cielo: «Quindi mi sta dando del pupazzo prezzolato?», replica l'ex grillino. «Stia tranquillo... lei è andato in Russia e ha fatto i suoi servizi in un Paese dove a dire che c'è la guerra si va in galera, e lei non ha detto che c'era la guerra, si è adattato». «Quindi Draghi ce l'ha con me? I servizi segreti italiani invece hanno detto che non c'è nessun esponente politico che ha ricevuto denaro dal Cremlino», si difende ancora Di Battista. «Sono prezzolati politicamente», è la battuta di Tabacci che chiude in bellezza la sit-com.

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