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La7, Lilli Gruber rischia un mancamento: "Il telegiornale della destra"

Claudio Brigliadori
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In Italia dal 25 settembre è cambiato il vento e ora anche l'impensabile può accadere. No, non che Giorgia Meloni possa diventare premier. Quello è nell'ordine delle cose e del voto, anche se in Italia molti se lo sono dimenticati negli ultimi 10 anni. L'impensabile è che il TgLa7 diventi «il telegiornale della destra». Roba da far venire un mancamento a Lilli Gruber, che poche ore prima sulla stessa rete aveva cercato di battere il record mondiale di "post-fascisti" pronunciati in poco più di mezz' ora. E invece il mezzobusto Bianca Caterina Bizzarri l'ha detto davvero, in apertura dell'edizione delle 13.30: «Buongiorno e bentrovati a tutti voi dal telegiornale della destra».

 

Così. De botto. Senza senso. Dalla Rai3 TeleKabul di Curzi a La7 TeleAtreju del 2022? Impossibile, dai. E infatti, dopo aver mandato in onda un servizio, la Bizzarri, giornalista scafata e rodata, ammette la gaffe: «Mi devo scusare per il lapsus iniziale: il telegiornale di La7...». Ah ecco.

 

Tutto torna al suo posto, ed è meglio così. Perché dopo un terremoto politico è sempre bene mantenere le poche ma incrollabili certezze. Il Pd che cambia segretario, per esempio, o le tv e i talk liberi (finalmente) di poter sbranare da buoni cani da guardia il governo (quello di centrodestra, perlomeno). E a qualche tele-dipendente sarà venuto in mente di certo l'epico, perché insolito scontro tra il solitamente pacatissimo Guido Crosetto (uno che solo Formigli ha fatto infuriare) e Paolo Celata.

Era agosto, andava in onda Corsa al voto, speciale elettorale di La7. E il fondatore di Fdi contestava al giornalista di Mentana: «Se lei ce l'ha con la Meloni... Io capisco che la linea di questa rete... e fate bene a dimostrarla fin dal primo giorno. È chiarissima la vostra posizione e quella del vostro direttore sulla Meloni... Va benissimo, lo sappiamo tutti. Io vado anche a PiazzaPulita».

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