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"Mihajlovic? La notte del 12...". Brosio, la drammatica telefonata di Mancini

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Crolla anche Paolo Brosio. In collegamento con Barbara D'Urso a Pomeriggio 5, il giornalista regala ai telespettatori un commosso ricordo di "Mihajlovic? La notte del 12...". Brosio, la drammatica telefonata di Mancini, l'ex allenatore di Milan, Torino e Bologna morto poche ore prima a soli 53 anni, dopo tre anni di lotta contro la leucemia mieloide. Piange il mondo dello sport, quello della politica, e il cordoglio sui social è unanime, nonostante Miha fosse considerato un personaggio spigoloso, duro, un sergente di ferro sempre onestissimo e schiettissimo, anche a costo di finire in polemiche spesso strumentali.

 

 

 

La vicinanza alla "Tigre" Arkan e il sostegno al governo serbo durante la guerra nell'ex Jugoslavia, a fine anni 90. Le altrettanto presunte simpatie fasciste ("Io fascista? - rispose lui -. Io nato sotto Tito? Semmai nazionalista"). O le parole di apprezzamento per il ministro Matteo Salvini. Eppure, oggi tutti lo celebrano proprio per la sua onestà intellettuale. 

 

 

 

Ma era nel privato che Sinisa aveva saputo conquistare tutti, compreso Brosio, con cui aveva collaborato in diverse iniziative benefiche. "Sinisa è stato vicino alla mia fondazione in modo incredibile, anche Roberto Mancini lo è stato - ha ricordato l'ex inviato del Tg4 dalla D'Urso -. Mancini mi ha detto che la notte del 12 ha avuto un peggioramento. Quando mi ha chiamato oggi siamo scoppiati a piangere, per me era un fratello".

Brosio aveva un profondo legame anche con Arianna, la moglie del mister serbo: "Lei è stata una cosa incredibile, una cosa pazzesca, si è annullata per lui negli ultimi periodi". Quindi un aneddoto illuminante su cosa donasse tanta forza a Miha: "Mi ha detto una volta: 'Ho capito ora quanto sia importante la vita, Dio mi ha dato tutto, sarà sufficiente ciò che io ho dato a lui? Io non ho la tua fede Paolo'".

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