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Ilaria D'Amico, "chissà che ne pensa lui": spifferi velenosi in Rai

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Chissà cosa pensa Michele Santoro dell’ennesimo disastro in quello che una volta era il suo spazio su Rai2. È la domanda che si pone Dagospia in relazione all’analisi di VigilanzaTv, che ha fatto un po’ di confronti storici tra i talk show del secondo canale del servizio pubblico. Che c’è di nuovo di Ilaria D’Amico si sta rilevando un grosso flop, essendo arenato il più delle volte a share praticamente irrilevanti. 

 

 

Addirittura è arrivata la chiusura per l’ex conduttrice di Sky Sport, che non è riuscita in alcun modo ad alimentare l’interesse e quindi gli ascolti. Di certo il flop del programma è la causa principale della chiusura, ma al tempo stesso non può essere ignorato il fatto che la prima serata di Rai2 sia da tanto tempo in grossa difficoltà ed è forse al minimo storico. Basti pensare che dal 2000 al 2002 c’era Michele Santoro con Sciuscià che faceva numeri clamorosi: una media di 4 milioni e 221mila telespettatori con il 17,7% di share. 

 

 

Proprio Santoro un anno fa a Otto e Mezzo - salotto di Lilli Gruber su La7 - aveva mostrato il dente avvelenato con Rai2, sottolineando il puntuale fallimento di ogni talk show proposto nel suo vecchio spazio. D’altronde Sciuscià faceva numeri eclatanti, che superavano quelli dell’intero canale nelle 24 ore: a decretarne la chiusura fu Silvio Berlusconi, che da presidente del Consiglio emanò il cosiddetto “editto bulgaro” che decretò la cacciata di Santoro, Enzo Biagi e Daniele Luttazzi. 

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