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Formigli specula sui bimbi morti in mare: interviene l'Ordine dei giornalisti

Giovanni Sallusti
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L'Ordine dei Giornalisti, per chiunque orecchi vagamente un alfabeto liberale, pone (almeno) due problemi. Il primo riguarda la sua stessa esistenza in quanto Politburo dei pennivendoli, e lì l'unica soluzione si chiama abolizione, ma siamo al libro dei sogni. Il secondo scomoda il suo reiterato doppiopesismo, quel doppio binario ideologico per cui a sinistra si fanno inchieste e a destra si fa dossieraggio, a sinistra si vergano opinioni e a destra si confezionano diffamazioni, a sinistra prospera la libera stampa e a destra mestano i mercenari.

La notizia che segue infrange la seconda regola della casa, rammenda in parte una narrazione sbilenca. Soprattutto, è una notizia, è l’uomo che morde il cane: l’Ordine che colpisce un tempio dell’informazione mainstream, Piazzapulita di Corrado Formigli. Oggetto di segnalazione disciplinare per «aver mostrato, in chiave di spettacolarizzazione, le scarpette presumibilmente di uno dei bimbi coinvolti nel tragico naufragio sulle coste di Crotone». Aldilà della “segnalazione” (burocratese che a chi scrive innesca subito gastrite), qui è in ballo un fondamento della retorica progressista: la delegittimazione morale dell’avversario politico, che diventa nemico, addirittura Nemico dell’Umanità. La piccola scarpa lacerata ostentata da Formigli sul tavolone traslucido di Piazzapulita, sapientemente amplificata dalle luci di studio, innalzata a tassello parlante del talk show, dunque inevitabilmente ridotta rispetto alla sua umanità originaria e calpestata, giunge infatti al termine di una tirata tutta unilaterale, tutta focalizzata contro il governo, tutta di piccola bottega propagandistica italica.

 

 

IL DELIRIO - Riferiamo solo l’acme del comizio: «Niente di più facile che in quella notte di tempesta e di mare mosso, in questo clima che si è venuto a creare- qui Formigli è passato dal meteo alla politica, avendo prima sapientemente citato i porti chiusi di Salvini e l’assenza di Meloni in Calabria, omettendo il lievissimo dettaglio che era in missione al G20 in India, ndr - si sia preferito rimanere nel proprio, non fare un miglio in più». Notate bene il delirio passato in prima serata: è stata voluta o comunque scientemente non ostacolata, la strage di migranti, e questo perché qualcuno (la vecchia usanza del cronista di fare nomi e cognomi è decaduta, disturba l’intrattenimento buonista) voleva ingraziarsi i nuovi fascisti alla guida del Paese.

Uno si aspetta entrino due nerboruti infermieri e lo portino altrove nel suo stesso interesse, invece Formigli prosegue: «Il risultato lo conosciamo, sono 68 morti e queste piccole bare bianche, questa piccola scarpa che la nostra Sara Giudice ha riportato dalla spiaggia di Cutro».

 

 

Brava Sara, la telecamera stringe lo zoom sulla scarpetta, mentre lui stringe lo zoom sulle coscienze degli spettatori: «Speriamo che a una forte emozione collettiva segua un’iniziativa politica. L’unica possibile: aprire i confini». Il cerchio morale e televisivo è chiuso: «L’unica politica possibile» (è un sintagma che piace molto, agli antifascisti di professione) per evitare quella scarpetta tragicamente spogliata del suo utilizzatore è accogliere il dogma dell’immigrazione incontrollata. Non gestire il fenomeno migratorio, che è una costante storica, ma subirlo acriticamente in un mistico redde rationem del senso di colpa occidentale.

SOLITA RICETTA - Aprire, spalancare, sempre e comunque, mai alludere a una minima responsabilità dei trafficanti di uomini (che proprio sull’apertura indiscriminata contano), chiedere le dimissioni del ministro delle Infrastrutture e votare il nuovo Pd di Elly. Altrimenti, si arriva a quella scarpa, si è responsabili di quella scarpa, non la si pensa diversamente, si è diversi, strutturalmente in-umani. L’Ordine continua a non piacerci, ma che per una volta scorga questa gigantesca impostura della ragione e dei sentimenti, sì, è una bella notizia. 

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