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DiMartedì, sconcerto-Furfaro: "Io sono contro i trafficanti di uomini. Ma..."

Claudio Brigliadori
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Dopo la bagarre sui giornali e gli insulti in Parlamento al ministro Piantedosi e al governo Meloni, la rissa sulla strage di migranti di Cutro ha avuto il suo terzo tempo a DiMartedì, su La7. Un plotone d’esecuzione con il solo Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d’Italia e nome storico della destra italiana degli ultimi 20 anni, a mostrare orgogliosamente il petto. E contrattaccare. Tra gli ospiti di Giovanni Floris si segnalano Marco Furfaro, rampante ex seconda linea del Pd diventato volto televisivo del partito (e per questo ribattezzato un po’ perfidamente Mister Schlein, vista la vicinanza con la segretaria) e la professoressa Donatella Di Cesare.

Entrambi hanno parole di fuoco per l’esecutivo. «Non c’è stato neppure un esponente del governo che si è presentato alla camera ardente», sottolinea Furfaro, chiedendo le dimissioni di Piantedosi e accusando il centrodestra di «colpevolizzare le vittime, ma la colpa è di chi non le ha salvate». Rampelli esplode: «Pensavo che questa penosa azione di sciacallaggio fosse terminata con l’informativa in Aula di oggi ma evidentemente così non è». Quindi una verità che a sinistra in tanti sembrano aver dimenticato: «La tragedia è responsabilità degli scafisti, della criminalità organizzata. La condanna a chi fa traffico di esseri umani da parte della sinistra tarda ad arrivare, non c'è una parola sul fenomeno. Bisogna scoraggiare le partenze».

 

Ma Furfaro continua a picchiare sullo stesso tasto: «Il governo deve essere incriminato per strage colposa. Io sono contro i trafficanti di esseri umani, ma non sono ipocrita. Questi si mettono in mezzo tra le persone che scappano dalla guerra e dalla povertà e il loro diritto a ottenere la protezione internazionale». Benemeriti, o giù di lì.

 

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