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Lilli Gruber demolita da Italo Bocchino: bastano cinque parole

Claudio Brigliadori
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«L’ho visto da Mentana». Così, secco. Basta la parola. Italo Bocchino gela Lilli Gruber giocandosi la carta del direttorissimo di La7, che precede Otto e mezzo in palinsesto. Quando in studio si parla di Elly Schlein, gli animi si scaldano sempre. Anche perché come al solito l’impostazione è uno (Bocchino) contro tutti (oltre alla Gruber, il parterre recita Corrado Formigli e Alessandro De Angelis, due pesi massimi del giornalismo di sinistra). E in questo clima bollente, l’ex finiano si esalta. 

«Secondo me dovrebbe pensare un po’ più al suo partito», è l’invito che fa alla segretaria del Pd. La padrona di casa non ci sta: «E infatti lo sta rafforzando perché cresce nei sondaggi». E qui l’ospite-panda in quota centrodestra ribatte lesto: «Ieri ho visto su questa rete, La7, che ha perso lo 0,4%. Stasera scopro che cresce. Ieri Swg da Mentana registrava un -0,4, quindi Schlein pensi a rafforzare il suo partito». 

Gioco, partita, incontro? Lilli la Rossa mastica amaro ma, come sempre, esibisce la sua capacità di incassare (sia pur con stizza) i colpi dei rivali dialettici: «Possiamo dire che da quando è segretaria del Pd, il partito è passato dal 15 a oltre il 20%, ma non è interessante per questo». Il ragionamento però rischia di diventare scivoloso e così cambia discorso, passando alle riforme. 

 

Altro pane per i denti di Bocchino: «L’opposizione ha perso le elezioni e la Schlein si è fatta notare per due cose: l’interlocuzione con un’armocromista che le ha fatto scegliere un bellissimo rosso magenta, le stava bene, chiamava un po’ il rosso del Pci. Poi si è fatta notare per l’idiozia che ha detto: che all’Italia non servono le riforme». E intanto la Gruber scuote il capo, amareggiata: «No, no, no, ancora con l’armocromista?». Urge sondaggio (di Mentana).

 

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