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Rai? Sinistri state tranquilli: con Meloni la democrazia non è a rischio

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Iuri Maria Prado
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Il tenore democratico della Rai si misura sulla quantità di comunisti che vi risiede per diritto acquisito, che è poi ciò che accade per le poltrone di governo: poste in sicurezza democratica se gravate di culi progressisti (metà ai fascistelli 5 Stelle, ma va bene uguale se si tratta di conservare la mesata) e invece usurpate quando la democrazia non funziona e cioè quando gli elettori votano male.

 

 

Non sappiamo se sia alle viste una Rai occupata da dirigenti e commentatori disciplinati ad accreditare che Giorgia Meloni salverà l’Italia dai ne**i e dai fr**i, ma una Rai democratica tutelata nel diritto inestirpabile di spiegare che gli italiani sono governati da golpisti neri è anche peggiore. Se non per altro, perché non sta scritto da nessuna parte che il servizio pubblico radiotelevisivo debba essere finanziato sistematicamente dalla maggioranza dei cittadini sistematicamente avversa a quelli che ne fanno il proprio latifondo.

 

 

Se aumenta la quantità di destri in Rai è un problema per i sinistri. Non per la qualità della Rai, che resta uguale. Non per la democrazia: che non è garantita da un mezzobusto comunista e non è messa in pericolo da un omologo sovranista.

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