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Michele Serra, cosa sa su Fazio: "Non ci riusciva più"

Roberto Tortora
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Ormai si parla solo dell’addio di Fabio Fazio alla Rai con il suo programma Che Tempo Che Fa che sbarca su Discovery dopo tanti anni di servizio pubblico. A Piazzapulita, Corrado Formigli mostra un video in cui Matteo Salvini spara a zero contro il conduttore appena silurato dalla tv di Stato e poi chiede il parere a Michele Serra, amico e autore storico del programma non più amico del governo in carica.

 

 

 

Queste le sue parole: “La prima condizione per un professionista, per lavorare bene, è poter lavorare serenamente e lui non era più nelle condizioni di farlo. Una cosa che non si dice abbastanza è che ci sono persone che non sono state collocate dai partiti nella tv pubblica, che hanno fatto il loro percorso, carriera, storia nella televisione per meriti professionali, perché hanno fatto il loro lavoro e questo può piacere o non piacere, ma questo sono. Questo era Biagi, questo era Luttazzi, questo era Santoro, questo era Fazio – prosegue Serra - si sono messi lì da soli, nessuno li ha messi per nomina partitica". 

 

 

 

Michele Serra, poi, ritiene che spesso le decisioni sul prodotto vengano prese da chi non ne ha le competenze: “Tutti gli altri che parlano di tv e, ahimè, che decidono gli organigrammi della tv pubblica sono invece di nomina partitica. È come se uno che non sa niente di falegnameria entrasse lì e dicesse di avere il mandato per spiegare come si fanno i tavoli e come si fanno le sedie. Questo è profondamente irritante e controproducente, perché poi la falegnameria funziona peggio”.

 


"Fazio non poteva più lavorare serenamente". Guarda il video di Michele Serra a Piazzapulita 

 


Un affare di destra? No, per Michele Serra tutti i partiti sono colpevoli: “Ciò, va detto, è sempre stato uguale per tutti i partiti che si sono comportati in modo predatorio nei confronti della Rai. Due i casi eclatanti – spiega l’autore di CTCF - il primo è il famoso editto bulgaro di Berlusconi che non aveva molta simpatia per persone che ha fatto tacere e poi c’è questa ondata in cui tutta l'informazione e l'intrattenimento sono contro, con alcune ridicole illazioni sul fatto, ad esempio, che si voglia sapere prima i testi delle canzoni di Sanremo, esiste un lato grottesco di tutto questo. Le due ondate sono avvenute in coincidenza di due governi di destra di questo Paese, ma nessun partito è innocente. Ci sono persone che in tv lavorano perché è il loro lavoro, non perché ce le hanno messe. Bisogna dirlo, perché sennò un pezzo importante di opinione pubblica italiana pensa che Benigni sia diventato Benigni perché è di sinistra, non perché sia il genio e l’artista che è Benigni e la differenza è profonda”.

 

 

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