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Andrea Purgatori? "Pensavano fosse impazzito": l'aneddoto che spiega tutto

Claudio Brigliadori
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Una grande perdita professionale, quella di Andrea Purgatori. Ma soprattutto un grande vuoto umano. A La7 è tangibile il lutto per la morte del collega, conduttore di Atlantide e protagonista di inchieste e scoop che hanno segnato 40 anni di storia italiana. E forse a cedere all’emozione più di tutti è Luca Telese, conduttore di In Onda che ha dedicato la puntata all’amico, prima che andasse in onda la replica della puntata sulle stragi di mafia di Atlantide. Una coincidenza beffarda, visto che era già stata decisa in palinsesto nel giorno dell’anniversario della morte di Borsellino.

Nelle centinaia di messaggi di cordoglio, in pochissimi hanno messo in dubbio la correttezza di Purgatori, il suo sguardo da cronista appassionato e insieme distaccato, animato da una insospettabile, privata ironia. «Voglio ricordare - esordisce Telese quando nel 1999, al Corriere della Sera, irrompeva e iniziava a scherzare con tutti. Lui era quello che era, quello con le suole di scarpa che camminavano sulle notizie». Quando decise di lasciare il Corsera, «molti pensavano: Forse è ammattito, invece quell’addio gli ha regalato un’altra importante stagione».

 

«Di lui non si poteva dire che fosse di destra, di sinistra, di centro. Ad Andrea Purgatori non era possibile dare alcuna etichetta e forse questa è la migliore dimostrazione della serietà e dell’equilibrio del suo lavoro», lo celebra Flavia Perina, firma della Stampa. La interrompe Telese, appunto: «Perdonami Marianna (la co-conduttrice Marianna Aprile, ndr), ma aveva un’etichetta, Andrea, una appartenenza molto forte». La Aprile: «Quella della Roma!». «Eh si - conferma Telese - so quanto gli avrebbe fatto piacere il tweet della Roma in suo onore». E qui il sorriso del conduttore si trasforma in voce strozzata e lacrime trattenute a stento.

 

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