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Vittorio Sgarbi sconvolto: come si ripresenta in tv dopo l'estate

Claudio Brigliadori
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Ma cos’è successo a Vittorio Sgarbi? Ritroviamo il professore dopo le vacanze estive stranamente pacato, misurato, quasi timoroso di sollevare polveroni polemici. Ospite di Tiziana Panella per la nuova stagione di Tagadà, su La7, il sottosegretario alla Cultura parte con una riflessione su Arianna Meloni, la sorella della premier nominata a capo della segreteria politica di FdI. Secondo le opposizioni, è familismo.

Ma Sgarbi difende a spada tratta la presidente del Consiglio: «Io non sono arrivato al Ministero per merito mio, e nemmeno per merito di un partito, ma perché mi ha chiamato Giorgia Meloni». La sinistra, sostiene, attacca la premier a prescindere: «Si prende a pretesto qualsiasi cosa per rimproverarla. Per esempio, perché chiedere a lei di ciò che ha detto il suo compagno?», è il riferimento del critico d’arte al famigerato “caso Giambruno”. La frase del conduttore di Diario del giorno su Rete 4 su donne, alcol, stupri e “lupi” è stata sulla bocca di tutti i politici per un paio di settimane. «Io ho letto pure uno che si chiama Scanzi... Il quale dice “lei finalmente ha parlato”. Ma lei giustamente ha detto: scusate, chiedetelo a lui!», spiega Sgarbi servendo en passant una sciabolata ad Andrea Scanzi, piuttosto suscettibile firma del Fatto quotidiano.  Non è dato sapere come quest’ultimo l’abbia presa.

 

«Ogni volta che si attacca la Meloni mi pare un pretesto, non mi pare che lei sia responsabile di qualcosa. Perché è la Meloni, perché è di destra... Non vedo suoi scivoloni», è la conclusione di Sgarbi, con la Panella che però cerca la battuta ad effetto su Mister Meloni. «Non porrei il problema di maschio o femmina - taglia corto il sottosegretario -. Ormai siamo in un mondo tale per cui se uno dice qualcosa a una donna passa subito per maschilista».

Vittorio Sgarbi a Tagadà: clicca qui per vedere il video

 

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