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Marco Damilano ossessionato dal governo: cosa manda in onda, un caso in Rai

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Marco Damilano è tornato con Il Cavallo e la Torre, programma da lui condotto su Rai 3, la striscia serale con cui, quotidianamente, ci propone il suo sermone. E per l'occasione ha cavalcato l'onda dell'emergenza sbarchi a Lampedusa. Ovviamente contro il governo. Durante la puntata di giovedì 15 settembre il conduttore ha sfoderato interviste a diversi migranti e ha raccontato le motivazioni dietro le partenze. Insomma, il solito assedio contro l'esecutivo che non è passato inosservato. Nemmeno ad Affaritaliani.it. Il sito non può fare a meno di ricordare che "Damilano è stato, di fatto, l’unico superstite rilevante dell’allegra brigata di sinistra in Rai. L’unico che si è tenuto il programma in fascia 'riccioli d’oro'".

Ed ecco allora che ne ha approfittato. "Il giornalista - è la critica - ha preso un po’ troppo alla lettera il suo ruolo di 'anticorpo istituzionale', se così lo possiamo chiamare, e ha cominciato a sparare ad alzo zero contro il governo soprattutto per quanto riguarda la politica dei migranti". Fin qui nulla di strano se non fosse che per Affaritaliani.it "lo ha fatto solo quando ha potuto e cioè quando le nomine Rai sono state formalizzate e i palinsesti svelati". Un esempio? Nell'ultima puntata ha detto che il numero degli sbarchi è enormemente aumentato con il governo Meloni, dimenticando però di nominare il ruolo-chiave delle ong. 

 

 

Da qui la stoccata conclusiva: "Damilano è ancora e sempre più il baluardo del Partito democratico dentro la Rai. Ed il fatto che sia un anticorpo istituzionale non significa dovergli lasciare completa via libera, perché così non si fa né il bene della democrazia né quello dei cittadini che pagano il canone per trovarsi ancora davanti chi fa politica e non solo informazione". Parole pesantissime.

 

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