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Paolo Mieli, "Napolitano l'ho conosciuto da bambino"

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"Io l'ho conosciuto da bambino". Paolo Mieli, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, ricorda in diretta Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica scomparso a 98 anni pochi minuti prima della messa in onda del talk di La7.

"Per molti anni, insieme a mio padre - premette l'ex direttore del Corriere della Sera, oggi opinionista del quotidiano di via Solferino - è stato l'unico comunista a parlare inglese fluidamente. L'aveva perfezionato durante l'occupazione americana e la liberazione di Napoli nel 1944 e '45, e qualsiasi personalità del mondo anglosassone che venisse in Italia e volesse parlare con un dirigente comunista andava per necessità da Napolitano, se non avesse voluto portarsi dietro un interprete".

 

 

 

In quegli anni, ricorda la Gruber, il Partito comunista italiano era il più potente in Europa e gli americani guardavano ai comunisti italiani sempre con diffidenza. "Anche i comunisti italiani guardavano con diffidenza agli americani - sottolinea Mieli -, anzi erano ostili, dalla Corea al Vietnam, era la Guerra Fredda. Napolitano era un moderato, il delfino di Giorgio Amendola, contrapposto a Pietro Ingrao".
 

"L'unico comunista a parlare inglese": guarda il video di Paolo Mieli a Otto e mezzo

"Quando morì Togliatti - ricorda ancora Mieli -, sembrava che dovesse essere lui il nuovo segretario ma dopo un biennio gli fu preferito Berlinguer. Da quel momento si occupato di politica internazionale e di socialdemocrazia. Per questo, quando cadde il comunismo, era l'unica figura di riferimento buona per fare il presidente della Camera, il ministro degli Interni, il primo e secondo presidente comunista. Fece tutto questo da una posizione dissidente nel Pci, perché l'anima del partito era Berlinguer e lui era un socialdemocratico, considerato di destra". 

 

 

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