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Rampini, attacco a Bruxelles: "I paradisi dell'accoglienza si ritrovano in casa delle gang"

Federico Rampini

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Federico Rampini, ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica, nella puntata di ieri sera 16 ottobre, interviene nel dibattito su Israele e Hamas alla luce dell'attentato in Belgio, e afferma che "gli islamici radicali odiano la nostra civiltà e i nostri valori". Per questo, prosegue l'editorialista de il Corriere della Sera, "dobbiamo vedere in piazza dei musulmani anti Hamas, abbiamo bisogno di vedere quel volto dell’Islam". Se esiste, si deve mostrare. 

Rispetto all'attentato a Bruxelles, aggiunge Federico Rampini, "un terrorista in libertà può rimanere in fuga perché le forze di polizia belghe non brillano per efficienza. La Svezia e il Belgio sono stati grandi paradisi di accoglienza e si sono trovati in casa delle gang", osserva ancora il giornalista. Che conclude amaro: "Il sogno europeo è stato colpito al cuore in questo momento".

 

  

 

L'uomo sospettato di aver compiuto l’attentato di ieri a Bruxelles nel quale sono morti due cittadini svedesi è stato rintracciato dalla polizia belga questa mattina 17 ottobre ed è morto dopo essere stato ricoverato in un reparto di rianimazione, in seguito a una sparatoria con la polizia. Prima delle 8, riporta il canale Rtbf, gli agenti hanno trovato l’uomo nel comune di Schaerbeek grazie alla segnalazione di un testimone. In seguito a uno scontro a fuoco l’uomo è stato "neutralizzato". Gli agenti hanno trovato nel luogo dello scontro a fuoco un’arma dello stesso tipo di quella usata per compiere l’attacco.

 

 

 

 

Da quanto si apprende dal ministro della Giustizia, Vincent Van Quickenborne, l'autore dell'attentato aveva fatto domanda di asilo in Belgio nel 2019, nel 2020 la richiesta era stata rifiutata.  

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