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Italo Bocchino travolge Di Battista a Di Martedì: "Sei schiavo di Putin"

Roberto Tortora
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La bomba mediatica scagliata da Guido Crosetto in un’intervista al Corriere della Sera, in cui dichiara che c’è un piano segreto della magistratura per boicottare il governo Meloni, è deflagrata su tutto l’arco parlamentare.

Se, da una parte, il centrodestra interviene in sostegno del Ministro della Difesa e comincia a preparare lo scudo in vista delle prossime elezioni europee, dall’altra il centro-sinistra accusa la maggioranza di complottismo e manie di persecuzione. Di questo argomento si dibatte, animatamente, anche a DiMartedì, talk di approfondimento politico condotto da Giovanni Floris.

 

 

 

Da un lato, c’è l’ex-grillino Alessando Di Battista, che critica aspramente il governo in materia d’immigrazione, sicurezza, giustizia, politica estera e comunicazione nell’ambito del conflitto russo-ucraino: “Il Pil della Russia è cresciuto più del Pil della Germania, della Francia e dell’Italia stessa. Lo dico, dato che è stata varata la seconda manovra finanziaria…”. A questo punto, il direttore editoriale de Il Secolo d’Italia, Italo Bocchino, lo interrompe e lo provoca: “Quindi sei a favore di una dittatura in Italia?”.

 

"Fregnacce", "Schiavo di Putin": guarda il video della rissa Di Battista-Bocchino a DiMartedì

 

Di Battista, stizzito, risponde: “Ma un attimo fa non ha detto che non bisogna interrompere, perché si contraddice? Ancora con ste scemenze da asilo Mariuccia? Contraddice sé stesso. Non sanno argomentare e tirano fuori la fregnaccia ‘allora sei con la dittatura’, dato che l'argomentazione è zero, dato Floris che l'argomentazione è zero – conclude nervosamente Dibba - tirano fuori lo spauracchio della giustizia che interviene e che butta giù i governi, è patetica questa cosa qui".

 

 

 

Per nulla scalfito da queste parole, Bocchino rincara la dose e chiude: “Sei schiavo di Putin!”. In realtà, le accuse di Di Battista trovano un riscontro opposto nella realtà, per molti un ipotetico attacco da parte di ambienti giudiziari nei confronti del governo non rappresenterebbe una novità, perché in passato è già accaduto.

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