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Paolo Mieli, schiaffo ad Extinction Rebellion: "Con tutto il rispetto per l'ambiente, manca fantasia"

Claudio Brigliadori
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«Cos'è il genio?», si chiedevano ad Amici miei. Sicuramente non quello degli eco-attivisti di Extinction Rebellion, spiega Paolo Mieli a Stasera Italia, su Rete 4, deludendo probabilmente gli ultrà “green” e i tanti fan a sinistra dell'ambientalismo duro e puro. Il blitz di sabato delle acque verde, a Venezia come sui Navigli a Milano, sul Po a Torino e sul Tevere a Roma ha fatto molto rumore, ma «non sono manifestazioni neanche spettacolari. Il fatto che buttino della vernice nell'acqua, nelle fontane c'era già nei miei primi due o tre anni di vita», riflette l’ex direttore del Corriere della Sera.

«Ci sono delle stagioni in cui queste manifestazioni hanno successo, perché c’è della fantasia, della creatività e capisci che si mettono in connessione con la modernità. Con tutto il rispetto per l’ambiente, questa cosa qui è vecchia. Buttano la vernice nell’acqua, nella Fontana di Trevi, ci sono le autostrade bloccate per chi va al lavoro. Manca l’inventiva, il colpo di genio che ti fa dire “non sono d'accordo, però caspita se ne sono inventati una buona”».

 

Masticheranno amaro non solo dalle parti di Greta Thunberg e Ultima generazione. Mieli, infatti, è tornato anche sul famoso urlatore della Prima alla Scala parlando di «polemica assolutamente demenziale. Noi ci divertiamo per mezza giornata e poi diventa una scocciatura». Davvero c'era bisogno di quel «viva l'Italia antifascista?. Lo stesso loggionista ha detto che era una boutade – ricorda il giornalista -. Io sono convinto che sono fesserie e che il rischio di una deriva autoritaria è pari a zero». I nostalgici della Resistenza farebbero bene ad aggiornarsi: «C’è un assedi Paesi autoritari che minaccia l’Occidente, quello che abbiamo visto nel ’900 si è ripresentato peggio, perfino l’antisemitismo è peggio di prima». Ecco di cosa dovremmo avere paura.

 

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