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Tg5, bordate contro "Repubblica" e "Stampa": "Ignorano le travi, meglio le pagliuzze"

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Nel racconto della crisi dell’editoria in Italia spesso il declino dei grandi giornali viene narrato come un evento quasi inevitabile dovuto principalmente a Internet e all'informazione gratuita che arriva dalla rete. Vero, ma c'è anche l'incapacità di direttori e gruppi editoriali di guardare in faccia la realtà. "Succede così che - con l'eccezione del Corriere della Sera, che resta di gran lunga il primo quotidiano italiano e il rilancio avviato dal gruppo Angelucci - nei primi nove mesi del 2023, in media giornalmente, sono state vendute 1,43 milioni di copie di giornali in flessione su base annua dell'8,8% e del 32,8% rispetto al corrispondente periodo nel 2019", ricorda Giuseppe De Filippi in un puntuto servizio proposto al Tg5 di lunedì 8 gennaio. Un servizio, quello della rete ammiraglia Mediaset, che metteva nel mirino il gruppo Gedi, Repubblica e Stampa, per i giudizi "a vanvera" e le "brutte figure" sul voler definire "tele-Meloni" Mediaset, quel Biscione per cui il gruppo Gedi prova "particolare acrimonia". Acrimonia dimostrata da una serie di servizi-fotocopia proposti dalle due testate negli ultimi giorni.

 

 

Il punto è che per il gruppo Gedi, la situazione, se possibile va ancora peggio. Giuseppe De Filippi nel suo servizio per il Tg5 spiega infatti che Repubblica tra l'ottobre 2022 e l'ottobre 2023 è passata dalle 80.121 copie vendute in edicola a 70.834 con una perdita secca del 12% di lettori. La Stampa nello stesso periodo ha subito una perdita secca del 14% di lettori passati da 65 mila a 56 mila. Una debacle impressionante della quale, però, il gruppo presieduto John Elkann sembra non curarsene alle prese com'è a fare le pulci a viale Mazzini e a Mediaset. "Due quotidiani in caduta libera che cannoneggiano spesso e volentieri le televisioni e i tiggì di quella che chiamano Rai meloniana, senza risparmiare Mediaset, l'antico e odiato nemico", rimarca De Filippi.

 

 

Il tutto, riprendono dal Tg5, "senza mai citare lo straordinario primato del Biscione nel 2023", ovvero lo share globale superiore a quello della Rai. De Filippi infine fa notare che "tra le travi negli occhi propri e le pagliuzze in quelli altrui finiscano per giudicare a vanvera e fare brutte figure". 

 

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