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L'aria che tira, Alemanno fa sbroccare Friedman: "Non è credibile! Osceno e volgare!"

Claudio Brgiliadori
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Negli studi di La7 va in onda la sceneggiatura perfetta, roba da fare invidia a John Le Carré, Graham Green, Ken Follett e Ian Fleming. Una spy story internazionale che lascia di stucco per primo David Parenzo. A L’aria che tira, Gianni Alemanno sgancia la bomba nel bel mezzo del dibattito sulla morte di Alexei Navalny. Una vicenda che qualcuno, azzardando, paragona alle tribolazioni di Julian Assange.

«Io devo essere grato ad Assange - spiega l’ex sindaco di Roma - perché grazie a Wikileaks ho scoperto che quando ero ministro dell’Agricoltura ero seguito dagli Stati Uniti, dall’ambasciatore americano e dal ministro dell’Agricoltura per le mie posizioni sugli Ogm, contrarie alle multinazionali come la Monsanto, e quindi c’era tutta una strategia per isolarmi all’interno del Consiglio dei ministri, utilizzando anche colleghi di Forza Italia per evitare che io difendessi l’agricoltura italiana andando contro gli Ogm». Parenzo trasecola, mentre in collegamento Alan Friedman, se la ride agitando l’indice come a dire “non può essere”: «Non credo che Alemanno sia abbastanza importante per venire spiato».

 

«Ci stanno le mail - replica secco Alemanno sventolando il libretto Dossier Wikileaks -. È inutile che fai il fazioso come al solito. All’epoca, non oggi che non conto nulla, ero attentamente seguito. Friedman si rassegni, non bisogna stare sempre dalla stessa parte, gli amici di Putin e gli amici di Biden...». «Alemanno non è credibile, non può paragonare Assange e Navalny. È osceno, è volgare!», incalza il giornalista americano facendosi serio. «Perché? Spiegami perché». «Perché Assange non è Navalny», replica Friedman con Parenzo che va in soccorso del giornalista americano: «Perché Assange non è dissidente politico, non è stato né avvelenato né ucciso». Nemmeno Alemanno, per fortuna.

 

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