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Christian Raimo, sceneggiata a La7: insulta gli agenti, si alza, se ne va e urla dai camerini

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"Non sappiamo di questi 27 agenti feriti, io non ho evidenze di nessun tipo e un buon giornalismo dovrebbe appurare la verità". Christian Raimo, insegnante e soprattutto auto-sedicente "guardia antifascista" d'Italia, è ospite di L'aria che tira, su La7 e davanti a un David Parenzo incredulo semina il dubbio che il bilancio degli scontri a La Sapienza sia stato gonfiato da quelle che lui stesso definisce "le veline delle forze dell'ordine". Tra proteste, urla e sceneggiate (di Raimo), il dibattito finisce malissimo, con l'intellettuale che lascia lo studio tra gli sberleffi degli altri ospiti.

"So che ci sono delle persone fermate, arrestate, ma da quelle immagini si vede tutt'altro, io alcuni di quegli scontri li ho visti", premette Raimo. "Ci sono dei referti", puntualizza Parenzo. "Ero lì vicino, chiunque abbia fatto militanza a sinistra negli ultimi anni sa che la violenza armata non esiste in Italia a sinistra da almeno 30 anni. Non c'è nessun rinfocolamento e nessuna indulgenza. Nei centri sociali chi ha una indulgenza nei confronti della violenza armata è stato buttato fuori, i centri sociali poi quasi non esistono più, o sono stati sgomberati o sono vuoti".

 

 

 

"Quei poliziotti però non si sono fatti male da soli", lo stuzzica Parenzo. "No, però bisogna capire quanti sono. Noi prendiamo le veline delle forze dell'ordine mentre le immagini dicono una cosa diversa", tiene duro Raimo, che poi rilancia: "Esiste un conflitto? In che modo si può fare? Per fortuna gli anni di Piombo non esistono più. E' possibile che in un luogo pacifico le forme di dissidenza debbano finire in questo modo qui, anche quando ci sono le tende o si blocca il traffico?". "Lì la polizia ha sbagliato?", domanda Parenzo. "Penso che la polizia sia il braccio di una forma del governo".



Guarda qui il video di La7

 

Interviene Annalisa Chirico: "Io non vorrei ricordare le vittime della Brigate rosse a inizio anni Duemila", "Erano 4 gatti", "Le devo citare Marco Biagi?", "Era 22 anni fa", "Vogliamo parlare degli anarchici?", e qui Raimo esibisce una faccia stupefatta. "Il tema non è la conta dei morti - prosegue la Chirico -, lei è un insegnante e dice che i giovani che assaltano un commissariato debba essere considerata una pacifica manifestazione". "Ma dove?", cade dalle nuvole Raimo. "I due ragazzi che sono stati fermati", è costretto a intervenire Parenzo. Il clima è surreale. "Anche se questo va dimostrato, qualche dubbio che sia andata così c'è". "Lei capisce che la sua visione è complottista?", lo rintuzza ancora la Chirico. 

La parola passa a Luca Capalbo, sindacalista della Polizia di Stato in collegamento con La7. "A Raimo ricordo il poliziotto Emanuele Petri, ucciso nel 2003 dalle BR. Ricorda Desdemona Lioce? E' sconcertante quando uno scrittore o giornalista possa definire che bisogna verificare sui 27 poliziotti feriti in un singolo evento, e dall'inizio dell'anno sono molti di più. Noi abbiamo i referti".

 

 

 

"Io però non ce la faccio a paragonare Petri con quello che è successo a La Sapienza - protesta Raimo -. Mi tocca. In questo Paese non c'è il rischio di escalation, di ritorno agli Anni di Piombo". "Dobbiamo aspettare il morto?", lo interrompe la Chirico. "No no no - si alza Raimo, facendo per andarsene -. Io sono molto pacifico, insegno la pace a scuola, ho grande dolore per i poliziotti, è stata una stagione di grande violenza ma rinfocolare ogni volta questo paragone non riesco a sentirlo emotivamente. Se passiamo a un altro piano di discorso, grazie".

 

Raimo lascia lo studio: guarda il video di La7

 

Parenzo a questo punto manda in onda l'intervento di Vittorio Feltri ieri sempre a L'aria che tira: "Sono convinto che quattro manganellate facciano bene al cervello di chi non ce l'ha, gli studenti devono studiare e non fare gli anti-sionisti a tutti i costi e fare proteste che non li riguardano, visto che abbiamo un governo. Non si capisce perché devono scendere in piazza a fare casino e poi lamentarsi con la polizia. Il manganello è uno strumento didattico". Raimo esplode, raccoglie le sue cose e si alza: "O c'è un livello di dibattito...". Alessandro Cecchi Paone lo rintuzza: "Ma non lo decide lei! Basta veramente, ma basta! Noi non veniamo qui ad ascoltare lei, ma ad ascoltare David. Basta, se ne vada!".

Raimo a quel punto esce scenograficamente di scena, piazzandosi dietro le quinte per diversi minuti. Continua a parlare, protestando con gli assistenti, e gli ospiti in studio non ci stanno. "Noi siamo calmissimi, è lui che è un rompiscatole e rompi-atmosfere", commenta ancora Cecchi Paone. "Io sono abbastanza allibita che questo tipo di atteggiamenti provengano da un signore che insegna a scuola. Non diamogli tropo spazio. E' mezz'ora che non ascolta gli altri e non fa parlare", chiude il caso Alessandra Moretti. Raimo urla qualcosa a microfoni spenti. "Lo fate tacere?", sono le ultime parole di Cecchi Paone prima che su Raimo cali il sipario.

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