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DiMartedì, Luttwak incenerisce il "bambino" Di Battista: "Io ho fatto tre guerre..."

Claudio Brigliadori
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«Roba da bambini». Gioco, partita e incontro. No, non siamo agli Internazionali d'Italia, ma la terra è più o meno dello stesso colore: rossa. Nello studio di DiMartedì su La7 sbraitano ancora una volta ospiti in costante assetto da guerra anti-fascisti, ma lo scontro più emozionante è quello tra Edward Luttwak e Alessandro Di Battista. Un classico moderno, tipo Sinner-Djokovic. E a venire preso a pallate è il pasionario ex deputato grillino.

«I paci-finti di oggi sono i bellicisti di ieri», tenta subito il lungolinea Dibba. «Il Pd ha sempre votato per mandare armi a Kiev e ora presenta uomini e donne contrari all’invio di armi per raccattare qualche voto dei distratti». Strategia da pallettaro d’antan, rimandare sempre la palla dall’altra parte: «Forza Italia, a parte Berlusconi che parlava in un certo modo, ha cambiato linea. Salvini fa il pacifista. Meloni e Crosetto dicono cose diverse rispetto a due anni fa». Quindi prende coraggio, sale a rete e prova lo smash: «Ai marines da salotto non gliene fregava nulla dell’Ucraina perché con una guerra che si prolunga c’è gente che si arricchisce».

 

Ma Luttwak, maestro di realpolitik, lo stronca: «Questa è roba bambinesca, di 40anni fa, di un secolo fa. Qui non ci sono mercanti di armi, c’è una alleanza occidentale di Paesi che spendono miliardi in armi che loro non sono disposti a usare e per questo i russi non sono disposti a negoziare» «Quindi l’unica soluzione è andare a combattere in Ucraina?», chiede il giudice di sedia Floris. «No. Prima si possono mandare soldati a duecento chilometri dal fronte per fornire la logistica, per aiutare i militari in guerra - taglia corto il politologo americano -. Io ho fatto tre guerre, la sera si recuperano le armi che sono state utilizzate e si devono riparare e riciclare».

 

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