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"Elisa di Rivombrosa" diventa un canale tv

di Alessandra Menzanigiovedì 4 dicembre 2025
"Elisa di Rivombrosa" diventa un canale tv

3' di lettura

È stata una delle fiction più clamorose della tv italiana, con 21 milioni di telespettatori nel finale e record di acquisizioni all’estero. Non c’era una persona o quasi che non si incollasse il giovedì a Elisa di Rivombrosa, anno 2003, con Vittoria Puccini, Alessandro Preziosi, Luca Ward e Jane Alexander. Su Pluto Tv, il servizio streaming completamente gratuito di Paramount, si è acceso dal 26 novembre un canale interamente dedicato alla mitica serie di Canale 5. Luca Ward era il cattivo e ricorda quegli anni. «Per me quella fiction rappresenta un momento irripetibile», dice a Libero l’attore e doppiatore.

«Rappresentò il ritorno alla televisione che facevo da bambino, con la quale sostenevo la mia famiglia, ma per motivi di opportunità - allora le scuole ordinavano e le famiglie obbedivano - io e mio fratello fummo tolti dalla tv. I miei genitori erano attori bravissimi ma non fortunati. Mi diedi al doppiaggio, che non dava visibilità e sostentamento». Si presentò un’opportunità: una fiction in costume per Canale 5. «Non trovavano il personaggio, fui uno degli ultimi a fare il provino. I doppiatori erano discriminati, non pensavo di avere reali possibilità. Invece la regista Cinzia Th Torrini mi prese. “Sai andare a cavallo?” mi chiese. Io: “Certo”. Non era vero, ma in Italia devi dire qualche cavolata. Quando mi disse “non tagliarti i capelli” capii. Avevo timore a interpretare un cattivo: serviva un bagaglio enorme».

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Il suo duca Ottavio Ranieri funzionava, eccome. «Nella prima stagione c’era un cast stellare, ma anche facce nuove (Preziosi, Puccini, Capparoni...), i reparti tecnici erano quelli del grande cinema, gli autori aveva realizzato personaggi meravigliosi, dialoghi splendidi, musica coinvolgente. Tredici mesi di lavoro giganteschi. Fu la serie con più grande consenso della storia: 4 milioni nella prima puntata, 7 nella seconda, 21 nel finale». Un fenomeno di costume, tante le imitazioni più o meno riuscite. Un ricordo divertente del set? «Giravamo una scena nel palazzo di Stupinigi, a Torino. Jane Alexander era terrorizzata dai cavalli, e ce ne erano molti. Mi fermo a parlare con un attore, un cavallo fa un nitrito, mi giro e Jane non c’era più. Era scappata. “Ho paura”, urla. “Ma Jane, stiamo girando!!!”».

Alcuni attori, per il ruolo, presero lezioni di portamento. Prima che andasse in onda, non tutti credevano nella fiction. «È stata la nostra rivincita. Non potevamo circolare per strada, tutti ci fermavano». Sente ancora qualcuno del cast? «Preziosi: eravamo come fratelli. Cinzia la sento spesso. Con Jane Alexander siamo amici fin da piccolissimi». Famoso per il film Il Gladiatore, dove Luca Ward era la voce di Russel Crowe, conferma che non c’è persona al mondo che non gli chieda di ripetere la mitologica frase del film: «Al mio segnale scatenate l’inferno». «Mi ha dato una popolarità pazzesca», conferma Ward, che aggiunge: «Il doppiaggio italiano era considerato il migliore del mondo: Ferruccio Amendola, Giuseppe Rinaldi, Giancarlo Giannini...Ma non hanno mai dato un riconoscimento al doppiaggio: è bistrattato dalla cosiddetta intellighenzia. Ma pensiamo una cosa: senza il doppiaggio Fellini non avrebbe fatto Amarcord, che non era in presa diretta. Gli attori recitavano i numeri. Poi sopra li doppiavano».

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