Danza: dal carcere al palcoscenico, la sfida della famiglia Costa (5)
(Adnkronos) - "I nostri genitori ci hanno educato ad amare l'arte e la bellezza. Non siamo una famiglia benestante - ha ricordato ' Joshua - Mia madre e' insegnante, mio padre e' in pensione. Ma sin da piccoli ci hanno insegnato che la nostra vera ricchezza e' saper sfruttare al massimo le nostre doti, ad essere soprattutto umili. Avevamo la coscienza di quello che la nostra famiglia aveva fatto per noi. Anche se, per esempio, alla Scuola del Teatro dell'Opera di Roma, siamo riusciti a frequentare le classi grazie alle borse di studio ottenute tramite l'interessamento della direttrice Paola Jorio". Mai parlato di politica con papa'? "Tutti noi figli conosciamo la sua storia, il suo passato -ha risposto il giovane danzatore - Ma nostro padre si e' sempre speso per sostenere un'ideologia, non ha mai fatto parte della lotta armata. Ci ha inseganto, lo ripeto, ad amare l'arte e la bellezza. Quello che ci rimprovera, a volte, e' il caos, la confusione in casa. Ma siamo tanti, oltre 20 persone quando ci riuniamo tutti insieme.Lui era abituato ad una tranquillita' diversa, al silenzio, a quel vuoto a volte insopportabile, estenuante". E' forse per questo motivo che Agrippino Costa ha sempre cercato di evadere dai penitenziari. Rimettendoci, nella fuga, costole, gambe, braccia, ginocchia e guadagnandoci qualche pallottola. Fui il primo e forse l'unico - ha ricordato orgogliosamente - ad evadere da un carcere di massima sicurezza, come quello di Augusta, in Sicilia, un antico maniero di Federico di Svevia. Fuggivo, mi colpivano, mi arrestevano - ha ricordato - Ogni volta si ripeteva la stessa storia. Sono un sopravvissuto". (segue)