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Danza: dal carcere al palcoscenico, la sfida della famiglia Costa (6)

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(Adnkronos) - "Non dimentichero' mai la strana sensazione di liberta' la prima volta che lasciai il carcere per ritirare un premio di poesia", ha proseguito - Ho ricordi sconvolgenti. Ero abituato a vivere in una spazio angusto. Due metri per tre. Non riuscivo ad immaginarmi l'orizzonte. Mi colpi' in modo scioccante, impressionante. E poi la gioventu', gli abiti, il taglio dei capelli. Non ero piu' abituato a camminare, a stare in mezzo alla gente. Uno strano stordimento. Ma ero felice. Tutte quelle persone ad applaudirmi... Mi sentivo importante, per la prima volta mi sentivo amato anch'io". Rinnega qualcosa del suo passato, rimpianti, nostalgia per quello che e' stato? "Nessun rimpianto, nessuna nostalgia - ha risposto Agrippino Costa - Solo ricordi, a volte sfuocati, li rincorro, per ricomporre mosaici a cui manca sempre qualche pezzo. Ma e' difficile parlare del passato- ha proseguito - Incosciamente tendo a dimenticare. Eppure sono sempre stato convinto che la nostra rivoluzione fosse giusta. Anche la nostra rabbia. Erano sbagliati i metodi di lotta, ma noi ci credevamo. Ma tutti abbiamo pagato. Nessuno escluso. Qualcuno ha pagato anche con la morte". "Lo ripeto, mi sento un sopravvissuto, un redivivo in un mondo che forse non mi appartiene piu'. E pensare - ha aggiunto scherzando- che mi hanno proposto di entrare in politica. Un tempo veniva riconosciuto il valore 'guerriero' dell'uomo. La politica, oggi, e' la negazione dell'intelligenza".

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