Con 'Un figlio a tutti i costi' Fabio Gravina arriva nelle sale
Roma, 1 mar. (AdnKronos) - Arriva nelle sale ‘Un figlio a tutti i costi', il film che segna il debutto alla regia cinematografica di Fabio Gravina, da oltre 25 anni apprezzato attore, autore e regista teatrale. Il film affronta con ironia e comicità, nel solco della tradizione della commedia all'italiana, un tema di grande attualità: la difficoltà di una coppia di ultraquarantenni ad avere un figlio. "Dopo 25 anni di teatro nove mesi l'anno, ho deciso di passare al cinema, adattando una storia che avevo già scritto per il teatro con il titolo 'Un figlio per mia moglie' e che aveva avuto grande successo a Roma. Ho pensato che l'argomento potesse interessare tanta gente ed arrivare in tutta Italia con un film. E' un argomento molto sentito, conosco tante coppie che hanno questo problema", ha spiegato il regista a margine della premiere del film, tenutasi ieri sera al The Space Cinema Moderno di Roma alla presenza di una folla di vip. Gravina, oltre firmare regia e sceneggiatura è anche il protagonista del film, messo a dura prova dal desiderio di maternità della moglie, che lo costringe oltre ad estenuanti indagini mediche e ai tentativi più disparati alla ricerca della fertilità, da discutibili riti propiziatori fino all'ipotesi di una inseminazione da parte di un altro uomo che mette la coppia sull'orlo di una crisi. "Quando vuoi qualcosa a tutti i costi - ha detto Gravina - accetti di fare cose che non faresti in una condizione di lucidità. Quello che diceva Molière de L'Avaro vale anche per il mio protagonista: la maschera è comica per chi la guarda ma è tragica per chi la vive. E' il protagonista di questo film vive una tragedia perché finisce per sentirsi impotente". Il film è in gran parte ambientato nel quartiere di Roma dove Gravina dirige da circa 20 anni il Teatro Prati, mettendo in scena commedie di cui è autore ma anche tutto il repertorio dei capolavori del teatro napoletano firmati dalla famiglia De Filippo e da De Filippo e Scarpetta. "Anche nel film - ha spiegato il regista - c'è un angolo di Napoli, incarnato da Angelo Di Gennaro, ma c'è anche tutto il resto d'Italia. Proprio perché il film arriva in tutte le regioni, ho voluto che parlasse a tutto il paese, anche con accenni a diversi dialetti: così c'è il prete che parla pugliese, il commissario milanese e Mattioli che ho costretto a interpretare tre medici con tre accenti diversi...". Nei panni della moglie del protagonista, l'attrice Roberta Garzia. Che ha confessato: "Ho affrontato questo ruolo condividendo il desiderio della protagonista di diventare mamma perché io non ho ancora avuto figli. Quando ho letto la sceneggiatura mi sono molto rispecchiata. Un tema importante che Fabio ha saputo affrontare in maniera leggera ed ironica, e dal punto di vista di un uomo, finora poco esplorato al cinema". A vestire i panni di un eccentrico e seduttivo donatore di seme è invece Beppe Convertini. "Il mio è un personaggio surreale, un inseminatore professionista che però non si limita a donare il seme ma pretende di fare sesso con la sua cliente perchè sostiene di essere in grado di dare un figlio maschio o una figlia femmina, a seconda dell'intensità del suo 'tocco'...", ha spiegato l'attore. Che poi, più serio, ha aggiunto: "Con grande ironia, il film solleva però un tema importante e tanti sottotemi cruciali: per esempio la difficoltà di ipotizzare un'adozione nel nostro Paese. Io penso che invece di lasciare i bambini negli orfanotrofi bisognerebbe permettere l'adozione anche alle coppie omosessuali e ai single". Nel cast, nel ruolo di una donna con problemi psicologici che si innamora del protagonista fino a diventarne la stalker, c'è anche Paola Riolo, che nella vita reale è la moglie di Gravina, nonché compagna di tante avventure teatrali. "E' stato molto divertente interpretare la donna che lo perseguita. Spero solo di non averlo ispirato", ha scherzato l'attrice. Che poi ha sottolineato: "Lavorare con Fabio è sempre molto bello, è un regista generoso e rassicurante. Difficilmente litighiamo mentre lavoriamo, poi a casa è un'altra storia...", ha ironizzato. Ma nel finale del film c'è anche un cameo di cui è protagonista il figlio 11enne di Gravina e Riolo: "Io vorrei che lui facesse questo mestiere - ha detto il regista - e lui infatti già mi dice: 'io farò il capocomico come te'. Il battesimo in teatro lo ha avuto a 5 anni proprio con la commedia che poi ha ispirato questo film. Ora mi faceva piacere che conoscesse anche il cinema, perché in futuro possa fare le sue scelte a ragion veduta". Nel film compaiono anche diversi altri attori molto noti al grande pubblico, da Ivano Marescotti a Maurizio Mattioli, a Stefano Masciarelli. Mentre la colonna sonora è firmata da Gigi D'alessio. "Mi fa piacere aver lavorato per questo film anche perché Fabio è nato a Roma ma è un napoletano mancato. Ha portato tanto teatro napoletano a Roma. Lavorare per questo film mi è piaciuto perché fa riflettere, fa sorridere e in alcuni momenti fa anche piangere. Diciamo che è un po' come il mio modo di comporre: io scrivo canzoni melodiche più malinconiche ma anche canzoni allegre e pure canzoni che invece fanno riflettere quando trattano temi sociali", ha concluso il cantautore.