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Teatro: le 'Parole incatenate' di Montanari e Pandolfi al Quirino di Roma

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Roma, 27 dic. (Adnkronos) - "Ne uccide più la lingua che la spada": il vecchio detto trova nuovo vigore in 'Parole incatenate', l'opera del catalano Jordi Galceran - il giovane autore del 'Metodo Groenholm' - in scena fino all'8 gennaio al teatro Quirino di Roma. I protagonisti sulla scena, Francesco Montanari e Claudia Pandolfi nei panni di una coppia divorziata, agiscono all'interno di un cinema dismesso dove l'uomo ha attirato la donna, l'ha legata e imbavagliata, costringendola a vedere i video da lui girati dopo aver commesso alcuni omicidi, raccontando alla telecamera stati d'animo ed emozioni provate prima, durante e dopo le sue efferatezze, che si propone e annuncia di voler chiudere proprio con l'omicidio di lei. E' un thriller a tinte forti e fosche, passando dal 'giallo' al noir', con diverse sfumature di grigio come si direbbe oggi parafrasando una fortunata serie erotica letteraria, senza tralasciare le macchie color rosso sangue. "Realtà e finzione si coniugano perfettamente - spiega nella sue note il regista Luciano Melchionna - L'amore spento e inaridito si rivela una trappola mortale per chi, per immaturità o per vocazione, si abbandona alle dinamiche malate del rapporto tra vittima e carnefice", per quello che si rivelerà essere un autentico gioco al massacro, partendo dalle 'parole incatenate' evocate dal titolo. "Nello scrivere quest'opera ho pensato a quel tipo di persona che fa della vita con il proprio partner un inferno, che disprezza i diritti e il dolore degli altri", spiega l'autore Jordi Galceran che rivela di aver preso spunto osservando dal vivo, una notte a Barcellona, il gioco del gatto con il topo. Qui, il gioco dei due ex vede lui nel ruolo del gatto e lei del topo, "con un atteggiamento - sottolinea lo scrittore spagnolo - che considero specificamente umano: la perversità crudele".

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