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Serie A, Sampdoria-Milan 2-2: El Shaarawy torna al gol ma non basta a Inzaghi

Giulio Bucchi
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Il Milan colleziona un'altra notte folle dopo il 4-5 di Parma. Venti minuti da protagonista, poi il solito tracollo rimontato con un pizzico di fortuna: con la Samp finisce 2-2 ma non allontana i dubbi. Scaccia qualche fantasma il Faraone che risponde al ct Antonio Conte - in tribuna - : «El Shaarawy decida se vuole essere un campione». E il rossonero fa quello che sa fare meglio: finta devastante da sinistra a rientrare - il marchio di fabbrica - e tiro a giro fulmineo che non lascia scampo a Romero. Un colpo da fenomeno che dopo appena 10' sblocca la partita contro la Samp. È la fine di un incubo durato 21 mesi, o 622 giorni... Il digiuno era iniziato il 27 febbraio 2013 contro l'Inter ed era continuato tra infortuni, bocciature e rimbrotti più o meno violenti: e qualche lacrima gli sfugge. La serata sembra poter essere il nuovo inizio del Milan di Inzaghi. Nonostante l'attacco leggero così indigesto a Berlusconi, il Diavolo tiene palla e prova a far la partita nel fortino blucerchiato - 16 punti su 19 in casa - mentre la squadra di Mihajlovic prova a far male solo in ripartenza con Okaka maltrattato da Rami. Mexes all'esordio in campionato dopo il lungo castigo post-mercato non sfigura, persino De Sciglio dà l'impressione di beneficiare del ritorno sulla tanto odiata fascia destra. «È il suo ruolo», dice Tassotti nel pre-partita. Quando lo sosteneva Seedorf gli davano del matto. Mihajlovic capisce che bisogna fare qualcosa: Soriano più avanti, spazio al 4-2-3-1. E mette i rossoneri in scacco. Il pressing annulla le idee del centrocampo ospite, Diego Lopez deve rispondere prima a Eder e poi a Gabbiadini. La difesa rossonera resiste a fatica fino al 46' quando, paradosso, incassa il pari in contropiede. I fantasisti del Milan si perdono in leziosità, De Jong sbaglia il passaggio e fa partire la 4x100 dei liguri: passaggio sull'esterno per Gabbiadini, Okaka anticipa Bonera e 1-1. Il facile commento sociologico è sul pari dei due “nuovi italiani”, quello sportivo deve sottolineare il tracollo fisico-tattico dei rossoneri. La Samp annusa la paura e riparte a mille. Da un errore di Essien sull'ennesima pressione di Soriano nasce un calcio d'angolo: svetta Obiang senza alcun contrasto, palo e tap in di Eder per il 2-1 (settimo gol subito in qualche modo su palla alta). Tocca a Inzaghi muovere: dentro Torres per un 4-2-3-1 dalla geometria variabile. Una mossa audace che viene premiata dalla fortuna. Su una palla quasi innocua di Menez, Mesbah sbaglia la scivolata e tocca di mano: rigore e 2-2 dell'ex Psg che non segnava da un'altra notte ricca di gol come quella di Parma (4-5). C'è un altro contatto tra Torres e De Silvestri, ma l'arbitro non fischia. La Samp continua a giocare, il Milan cerca la vittoria in contropiede ma Menez non molla mai la palla. I rossoneri chiudono in 10 per il rosso a Bonera (come a Parma) e i blucerchiati conservano il 3° posto. Quarta partita senza successi per il Diavolo che almeno ritrova gol ed El Shaarawy. Il gioco e l'organizzazione difensiva, però, restano un miraggio. di Francesco Perugini

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