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Calcio, i colpi di testa dannosi per le capacità cognitive

Lo studio dell'Università del Texas avverte i pallonari: "L'impatto del cranio con il pallone ha effetti cognitivi deleteri. E i test lo dimostrano"

Andrea Tempestini
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Calciatori rimbambiti a fine carriera? Colpa dei colpi di testa. Parola dell'Università del Texas. I colpi di testa, infatti, non sono affatto innocui. Certo, possono essere ripagati con un gol, ma una "testata" pure lieve a un pallone può mettere a rischio le capacità cognitive di un calciatore. E' quanto sostiene la ricerca condotta da Anne Sereno, dell'Healt Science Center dell'ateneo statunitense. I tablet - Secondo lo studio, chi colpisce con la testa il pallone durante una partita di calcio può avere significativi effetti negativi sulle proprie performance cognitive. E, come detto, il rischio "rimbambimento" si presenta anche con una leggera "zuccata". Lo studio ("Evidence of Cognitive Dysfunction after Soccer Playing with Ball Heading Using a Novel Tablet-Based Approach") è stato pubblicato sulla rivista Plos One. Per realizzarlo è stata sfruttata una innovativa tecnica di analisi che si basa su tablet e applicazioni, che mirano a misurare l'impatto dei colpi di testa "non lesivi" a un pallone sulle capacità mentali degli atleti. "Una risorsa" - I risultati hanno messo in evidenza che chi gioca a calcio è meno rapido ed efficiente di chi invece col pallone non ha nulla a che fare nello svolgimento di alcune attività sui tablet, attività che servono appunto a valutare le abilità cognitive. Secondo quanto sostenuto dai ricercatori, i tablet costituiscono una "straordinaria e rapida risorsa per lo screening delle modifiche cognitive subite dagli atleti durante la carriera sportiva".

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