Bryan Cristante, l'incredibile parabola dell'atalantino: da brocco a fenomeno
Nella magica notte di Liverpool che ha visto l'Atalanta infrangere ogni record della sua storia, è nata una stella. O forse, sarebbe meglio dire che ora ha iniziato a brillare davvero anche in campo internazionale. Con una doppietta (più un rigore procurato: quello fallito da Gomez) e una prestazione da favola, Bryan Cristante ha trascinato i nerazzurri verso un successo storico contro l'Everton (1-5), in uno stadio dove nessuna squadra italiana aveva mai vinto o segnato. «È stata la notte più bella della mia vita, abbiamo dato una grande soddisfazione ai nostri tifosi. Io nelle grandi sfide mi esalto», ha ammesso il centrocampista friulano a fine partita. CAPOCANNONIERE A soli 22 anni, Cristante è il miglior marcatore stagionale dell'Atalanta (7 gol in 16 partite, di cui 4 in campionato), rivitalizzato da Gasperini che ne ha intuito le doti da coltellino svizzero del centrocampo. Il tecnico infatti lo ha schierato da regista, metodista, mezz'ala e trequartista, ricevendo sempre risposte positive. Sul ragazzo friulano adesso hanno messo gli occhi sia la Juventus che soprattutto l'Inter (si dice che i nerazzurri siano disposti a mettere sul tavolo 20 milioni), pronte a non ripetere lo stesso errore commesso dal Milan, che su di lui aveva puntato forte salvo poi scaricarlo all'improvviso al miglior offerente. E dire che il nome di Cristante era finito sul taccuino di parecchi osservatori quando era poco più che bambino e si era messo in mostra proprio nelle giovanili rossonere, fino ad esordire il 6 dicembre 2011, a 16 anni e 9 mesi, in Champions League (2-2 in trasferta contro il Viktoria Plzen). Per uno strano scherzo del destino, il suo primo gol in serie A Bryan lo ha messo invece a segno, nel giorno della Befana di quattro anni fa, proprio contro l'Atalanta. Ma quella volta la sua prodezza fu oscurata dalla doppietta del più famoso Kakà, che si prese la copertina raggiungendo quota cento gol con i rossoneri. RISCATTO A 2.3 MILIONI Con una decisione incomprensibile, qualche mese dopo Galliani ha deciso che il ragazzo non serviva più e lo ha venduto a titolo definitivo al Benfica per 6 milioni di euro. Nel periodo portoghese, però, Cristante ha fatto fatica, collezionando poche presenze: 7 in campionato e 5 in Champions League (a cui si sommano le 8 in coppa). Il club di Lisbona ha deciso allora di mandarlo in prestito al Palermo, ma anche qui le cose non sono andate benissimo: in Sicilia ha giocato solo quattro partite, venendo ceduto, sempre in prestito con diritto di riscatto, al Pescara, neopromosso in A. Quella abruzzese si è rivelata un'altra parentesi decisamente fallimentare, fino a quando nella sua carriera non è arrivato quello che i fisici chiamano «l'orizzonte degli eventi», il confine dei buchi neri oltre il quale non è più possibile tornare indietro. Gasperini, vecchio maestro di calcio, aveva capito che era il caso di dare al giovane centrocampista un'altra chance, così nel gennaio scorso l'Atalanta lo ha preso a titolo temporaneo, con un'opzione per il prolungamento del prestito per un'altra stagione e con il prezzo già fissato per l'acquisto definitivo: a giugno Percassi lo riscatterà per 2.3 milioni. Un affarone. FUTURO IN NAZIONALE A Bergamo Cristante ha iniziato pian piano a far vedere perché di lui si parlava un gran bene, finché in breve tempo non è diventato un punto fermo della Dea. La consacrazione, però, è arrivata quest'anno, quando il centrocampista ha cominciato ad aggiungere, oltre al grande lavoro tattico, anche un importante contributo in zona gol. Grazie alla sapiente gestione di Gasperini, ha messo a segno finora una rete ogni 168 minuti giocati, in pratica una ogni due partite. Spingendo l'ex commissario tecnico dell'Italia, Giampiero Ventura, a convocarlo in azzurro: il suo esordio con la Nazionale è arrivato nel secondo tempo della partita di qualificazione al Mondiale di Russia contro la Macedonia disputata a Torino. E adesso che quel Mondiale è svanito per sempre, è confortante sapere che Cristante si candida a vestire la maglia azzurra della Nazionale del futuro. Così, mentre al Milan si stanno ancora mangiando le mani, Gasperini si gode il suo gioiello più prezioso che nella notte di Liverpool gli ha regalato la qualificazione con un turno di anticipo ai sedicesimi di Europa League. Per dirla con i Beatles, «Let it be, Bryan». E così sia. di Francesco Morrone