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Dybala, la confessione dolorosa: "La verità è che un calciatore è un uomo solo"

Giulio Bucchi
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"Dio ci dà un dono, ma poi quel dono va lavorato. Ne ho visti tanti di fenomeni nei settori giovanili. Ragazzi di cui dicevano: Se solo avesse avuto la testa, avrebbe potuto essere Maradona o Messi. Ecco, io ho lavorato soprattutto per evitare questo". Così Paulo Dybala si è confessato in una lunghissima intervista a Vanity Fair. Sull'essere calciatore, il bomber argentino della Juventus ha detto: "Quando abbiamo un pallone tra i piedi, noi calciatori siamo felicissimi. Quello che succede dietro, nel retropalco, spesso non è proprio bellissimo. Chi diventa un calciatore quando arriva al mio livello? Il più delle volte è un uomo molto solo". Sul sogno del Pallone d'Oro, la Joya ha ammesso: "Quando ci riunivamo intorno al fuoco, da bambini, d'estate, espressi quel desiderio con i miei amici. Vincerlo sarebbe un messaggio importante per tanti bambini. Per tutti quelli che nati in un piccolo posto lontano dai grandi centri possono sperare di poter raccontare una storia simile alla mia". Infine sulla Nazionale e sul no all'Italia. "Mi è stato chiesto di vestire l'azzurro e sono stato molto grato. Avevo 19 anni e rispondere No, grazie fu dura. Ma sono argentino e sarebbe stato un inganno".

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