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La sentenza di Luciano Moggi: basta "quel" pomeriggio per capire questa Serie A

Davide Locano
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Chi sabato ha visto il derby di Roma e subito dopo Juve-Napoli avrà certamente capito perché la Juve è già prima in fuga e il Napoli secondo. I giallorossi hanno (meritatamente) trionfato grazie a due errori difensivi dei laziali, mostrando più fame, arrivando prima su tutti i palloni e vincendo i contrasti. Il gioco della Roma però non affascina, il giro palla è troppo lento e privo di fantasia e la vittima sacrificale di questo modo di interpretare le partite è Dzeko, isolato e anzi costretto lui a creare per mettere i compagni in zona gol. La Lazio ha dato l'impressione di essere arrivata scarica, soffrendo gli scontri con le altre grandi, pagando in ritmo ed idee. Perfino nel derby. È mancanza di autostima? È scarsa personalità? Forse un po' di tutto. Il miglior Milinkovic-Savic è solo un ricordo, Immobile è l'unico a dannarsi. Insomma, un derby non all'altezza dell'immagine delle due contendenti. L'esatto contrario di quanto si è visto all'Allianz Stadium. Leggi anche: Moggi: la Roma? In castigo ci vadano i dirigenti In Juve-Napoli i ritmi sono stati altissimi e il gioco di qualità. L'inizio arrembante della squadra di Ancelotti, condito da un palo e dal gol di Mertens, faceva ipotizzare che il vantaggio insperato potesse esaltare gli azzurri napoletani. È stato invece l'inizio della loro fine perché hanno svegliato una Juventus dormiente che ha ingranato una marcia superiore, specialmente con Ronaldo che, pur non segnando, ha messo in condizione di farlo Mandzukic (due reti) e Bonucci. Una prestazione veramente esaltante del portoghese al servizio della squadra: in difficoltà chiunque si sia trovato nel suo raggio di azione, il povero Hysaj su tutti. Che dire poi di Mandzukic? Parte con il compito di pressare Hamsik e Allan, lo assolve bene, poi da centravanti colpisce per ben due volte mettendo in ginocchio i napoletani. Da applausi Chiellini (solita saracinesca) e Pjanic, sagace regista arretrato che, aiutato dalla forza atletica di Can, ha avuto modo di inserirsi anche come centrocampista avanzato, mentre Matuidi se la vedeva con Allan. E dunque 7 vittorie su 7 partite, la Juve vola in classifica verso un traguardo che, al momento, sembra più che possibile. Il Napoli di Ancelotti? Una buona squadra che non si è mai data per vinta anche in dieci dopo l'espulsione di Mario Rui, quando Callejon davanti a Szczesny ha fallito un facile gol che poteva significare il pareggio (2-2). Inferiore alla Juve come individualità e forza fisica, può comunque ambire alla qualificazione Champions. Tra i peggiori Hamsik, troppo lento nella testa e nei piedi, mai un contrasto vincente, con lui c'è sempre il rischio dell'inferiorità numerica a centrocampo. Ha sbagliato il mister a schierarlo fin dall'inizio oltretutto costringendo Zielinski a defilarsi sulla fascia, dove rende meno, essendo un centrocampista avanzato. Ma ha sbagliato Carlo ancor di più sostituendolo tardi. Vince ancora l'Inter (terzo successo consecutivo) e battendo il Cagliari si porta minacciosa a ridosso delle prime. Ottimo il Milan visto a Reggio Emilia, 4-1 al Sassuolo. Straripante fino al 3-0, una volta subito il gol del 3-1, forse impaurito dai precedenti si è rintanato nella propria area, pressato però da un Sassuolo sterile e mai pericoloso. Evitata così una possibile crisi con relativo esonero di Gattuso che in tanti già presagivano. I gufi sono serviti. di Luciano Moggi

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