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Da Gagliardini a Caldara, quelli che via dall' Atalanta si ammosciano

Gino Coala
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Non è un cliché quello per cui i giocatori che abbandonano l' Atalanta di Gasperini calano di rendimento. È la verità, e la causa è l' unicità del gioco del tecnico nerazzurro. Quest' ultimo facilita la crescita dei giovani perché lascia poco spazio all' interpretazione. Dunque è naturale che altrove i calciatori siano costretti a cambiare stile e abbiano bisogno di tempo, che non è sempre concesso. Leggi anche: Inter-Milan, il derby dei cervelli che corrono: chi sono gli uomini chiave del match È emblematico che al derby di Milano i prodotti della "scuola-Gasperini" arrivino con parti da comparse anziché da protagonisti come era lecito aspettarsi quando furono acquistati. Certo, c' entra anche la malasorte: Conti paga un doppio infortunio al ginocchio mentre Caldara, che finora ha collezionato solo una presenza in Europa League, sta facendo i conti con la pubalgia (al massimo andrà in panchina domenica). Ma non è solo sfortuna: Gattuso ad esempio spiegò che il difensore giunto dalla Juve avrebbe dovuto adattarsi al sistema difensivo del Milan, diverso sia per la forma (linea a 4 anziché a 3) che per la sostanza (il riferimento è il pallone, non più l' uomo) da quello di Gasp. Kessie è l' eccezione che conferma la regola: anche lontano da Bergamo ha trovato un grado di titolarità inscalfibile. Discorso opposto per il suo ex compagno di reparto Gagliardini, che trovò un ottimo rendimento al fianco di Brozovic l' anno scorso, ma si fermò un mese prima del termine della stagione per infortunio. Poi Vecino decise la partita-Champions con la Lazio e forse anche per questo Spalletti gli ha preferito quest' ultimo per la lista Uefa. Quindi il derby per Gagliardini è un' occasione per dimostrare di essere all' altezza dell' uruguaiano, che verrà risparmiato per un affaticamento rimediato in nazionale. Oltre il derby, la lista di ex atalantini deludenti si allunga: Spinazzola andò allo scontro con Gasperini perché avrebbe voluto la Juve in anticipo e, per uno scherzo del destino, ora paga dazio con la lesione del crociato. Anche Kurtic, emigrato alla Spal, è assente da due partite per via della rottura del gomito. Non ha subito infortuni Cristante, ma non si è trovato nel 4-3-3 della Roma, ha perso fiducia ed è stato beffato da Pellegrini come trequartista - ruolo che Gasp gli aveva cucito addosso - nel nuovo 4-2-3-1 di Di Francesco. Che sia malocchio o un problema tattico, le creature del Gasp, lontane dall' habitat d' origine, faticano a ritrovare la loro autentica forza. di Claudio Savelli

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