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Pro Piacenza, sciopero dei tesserati senza stipendio: in campo con 7 "baby" giocatori, ne prende 20 dal Cuneo

Matteo Legnani
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Da mesi la situazione economica del Pro Piacenza si trascina, da mesi in serie C va in atto una farsa che la Federcalcio non è stata ancora capace di risolvere. Ieri un altro capitolo surreale. Il Pro Piacenza (ultimo con soli 8 punti nel girone A e già penalizzato di 8 punti) si è presentato a Cuneo con soltanto otto calciatori delle giovanili e senza lo staff tecnico, visto lo sciopero dei tesserati contro il mancato pagamento degli stipendi. Cosa già avvenuta nelle ultime tre partite di campionato: la squadra non si era presentata agli incontri in programma, subendo così altrettante sconfitte a tavolino (0-3). Se il Pro Piacenza non si fosse presentato nemmeno ieri, sarebbe andato incontro all' esclusione dal campionato. Così, in campo sono stati mandati sette ragazzini delle giovanili nati fra il 2000 e il 2002 (erano otto, ma uno aveva dimenticato i documenti, tanto che il padre è tornato a prenderlo a casa ma non ha fatto in tempo e quindi non è stato messo a referto): tra essi, il classe 2000 Cirigliano in distinta era indicato come capitano e come allenatore. Il 20-0 finale (regolare anche se giocata 11 contro 7, visto che 6 giocatori schierati è il limite minimo) non umilia i giovani calciatori, ma sancisce l' ennesimo fallimento del calcio italiano. «In questa situazione surreale la Figc aveva il dovere di far rispettare tutte le regole e ha esercitato questo ruolo - ha spiegato il numero uno del calcio italiano, Gabriele Gravina -. La nostra responsabilità è quella di tutelare la passione dei tifosi, gli imprenditori sani e la credibilità dei nostri campionati: quella cui abbiamo assistito, nostro malgrado, sarà comunque l' ultima farsa».

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