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Juventus-Atletico Madrid, Luciano Moggi: "Monito ai gufi, perché Allegri può farcela"

Giulio Bucchi
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Nel 2006 il presidente del Coni, Gianni Petrucci, sentenziò: «Chi vince troppo non fa il bene del proprio sport». E nacque Calciopoli, complice la morte dell' Avvocato Agnelli, del dottor Umberto e dell' avvocato Chiusano. Quella Juve aveva vinto tutto fino a diventare Campione mondiale per club, oltre a fornire giocatori, allenatore e massaggiatore all' Italia campione mondiale a Berlino. Ma evidentemente quella Juve, proprio perché troppo vittoriosa, aveva stufato tutti, compreso Gianni Petrucci. La stessa piega che sta prendendo quella di questi tempi. Purtroppo in Italia non sembra essere titolo di merito incamminarsi a vincere l' ottavo scudetto di seguito con 18 punti sulla seconda e avere la migliore difesa e il migliore attacco del campionato. Tutti, media e tifosi, a parlare di fallimento qualora la Juve non dovesse centrare l' obiettivo Champions. Eppure questa squadra, anche quest' anno, è imbattuta in campionato (24 vittorie e tre pari). Ciò nonostante, i tanti opinionisti sussurrano che la Juve vince ma non gioca bene, ha preso Ronaldo per far sua la Coppa e se non lo fa è un flop. Per non parlare poi delle critiche ad Allegri, reo (? ) di aver vinto "quasi" cinque scudetti di fila, quattro Coppe Italia e due Supercoppe, di essere arrivato per ben due volte in finale di Champions dove la sua Juve, pur perdendo contro i migliori Barcellona e Real, aveva dimostrato di essere quanto meno la seconda migliore squadra in Europa. E non è certamente poco nella considerazione mondiale, mentre in Italia la cosa sembra addirittura annoiare perché si preferisce evidentemente la mediocrità generale ad una sola forza emergente. Con questo strascico siamo arrivati alla partita che potrebbe far tacere tutti o alimentare le polemiche. Moltissimi i pessimisti che ritengono impossibile recuperare due gol a Simeone. Mentre gli ottimisti, peraltro in minima parte, prendono esempio dall' Ajax, che ha eliminato il Madrid ribaltando il 2-1 dell' andata vincendo 4-1 al Bernabeu. Seguendo l' esempio di Allegri, anche Ancelotti contro il Sassuolo manda in campo le seconde linee, preservando gran parte dei titolari (fuori Hysaj, Ruiz, Zielinski, Callejon e Milik) in vista del ritorno di Europa League a Salisburgo: dentro Malcuit, Koulibaly, Mertens, Allan e Insigne, tanto per non correre rischi. Il Napoli, così disposto, non ha però dato risposte positive, fatta eccezione per Koulibaly e Insigne, ed ha corso anche il rischio di perdere se Insigne, con una giocate delle sue, non si fosse inventato il gol del pari nel finale (approfittando dell' errore di Magnanelli). Dichiara Koulibaly: «Visto il distacco dalla prima, 18 punti, meglio smettere di guardare avanti, più opportuno controllare dietro considerando i 6 punti che ci dividono dalla terza». Giusto infatti tenere d' occhio il Milan (vittorioso a Verona sul Chievo grazie al suo pistolero Piatek), oltre all' Inter, 2-0 alla Spal. I nerazzurri, ancora privi di Icardi e con Perisic in panca e tante riserve in campo, dopo un primo tempo scialbo sono riusciti a prevalere con Politano e Gagliardini, restando a un punto dai cugini rossoneri: e domenica c' è il derby. Grande primo tempo della Lazio al Franchi contro la Fiorentina: gol di Immobile e pari di Muriel, i migliori in campo. Continua la serie positiva di Atalanta e Toro, vittoriose in trasferta contro Samp e Frosinone: è grande lotta per la qualificazione in E-League. di Luciano Moggi

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