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Milan, cosa c'è dietro l'ultima mazzata della Uefa: perché ora rischia pure l'Europa

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Gino Coala
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Partiamo dal comunicato dell' Uefa così ci leviamo il pensiero: «La Camera di Investigazione dell' Organo Uefa di Controllo Finanziario dei Club ha comunicato la decisione di deferire il caso AC Milan alla Camera Arbitrale poiché il club non è riuscito a rispettare il pareggio di bilancio nel periodo di osservazione corrente riguardante le stagioni 15/16, 16/17 e 17/18. La Uefa non rilascerà altri commenti al riguardo fino a una decisione da parte della Camera Arbitrale. Il deferimento non riguarda la decisione presa dalla Camera Arbitrale a dicembre 2018, relativa al periodo di osservazione precedente (stagioni 14/15, 15/16 e 16/17)». La prima cosa che ci passa per la testa è: ma si tratta di un quiz? No, non lo è. L' Uefa attacca il Milan, ma il Milan non sta a guardare. VECCHIO DEFERIMENTO La seconda cosa che ci passa per la testa è: c' è qualche differenza con il vecchio deferimento? Sì. L' Uefa ogni anno monitora l' andamento del triennio precedente, in questo caso le stagioni 15/16, 16/17 e 17/18 in cui Milan non ha rispettato il pareggio di bilancio. La vecchia sentenza di dicembre, invece, chiudeva l' indagine precedente, quando i rossoneri vennero prima "cacciati" dall' Europa e poi riammessi dal Tas (Tribunale Arbitrale dello Sport). In quel caso il triennio preso in considerazione riguadrava le stagioni 14/15, 15/16 e 16/17. Tradotto: in ballo questa volta c' è la stagione "cinese" dei rossoneri, chiusa con ben 126 milioni di euro di passivo (bilancio approvato il 25 ottobre dal fondo statunitense Elliott, nuovo proprietario del club). La terza cosa che ci passa per la testa è: cosa rischia il Milan? C' è chi parla di possibile esclusione dalle coppe europee, compresa quella stessa Champions per cui la squadra di mister Gattuso sta combattendo in maniera bestiale (sabato è in programma Milan-Lazio, una sorta di spareggio), ma dal club fanno capire di non essere sorpresi rispetto alla novità di ieri: sapevano che era in corso un' investigazione e attendevano un passo formale. Lo stesso club indiavolato fa notare informalmente che il periodo sotto indagine precede l' inizio della gestione Elliott (in sella dal luglio 2018). Di più: il fondo americano si è impegnato a rendere il club sempre più competitivo nel rispetto delle regole, avviando un percorso virtuoso che porti il club verso una situazione finanziaria sostenibile, in linea con le direttive Uefa, in un periodo serrato ma comunque ragionevole. POSSIBILI SVILUPPI La quarta - e ultima - cosa che ci passa per la testa è: ma se l' Uefa va fino in fondo il Milan cosa fa? La sensazione è che dopo le sentenze Tas favorevoli, il club rossonero non accetterebbe una sanzione spropositata del massimo organo calcistico europeo e mostrerebbe a sua volta i muscoli. L' obiettivo di Elliott è riportare la squadra ai massimi livelli e per farlo vuole avere «mano libera», soprattutto per quanto riguarda la possibilità di investire sul mercato. A questo punto - ma magari non c' abbiamo capito una mazzafionda noi - i casi sono due: 1) L' Uefa perocede secondo il piano sanzionatorio previsto dalle regole del fairplay finanziario e il Milan accetta di essere «rallentato» in ambito europeo. 2) Il Milan in caso di prese di posizione importanti torna al Tas e - dovesse uscirne vincitore - affossa per sempre l' ambizioso piano del Palazzo del calcio, che sulla carta doveva impedire ai club gestioni scellerate e, in pratica, ha fatto figli e figliastri tra chi si è sottomesso e chi se n' è fregato assai. di Fabrizio Biasin

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