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Milan, Stefano Pioli sfida subito Giampaolo: "Il mio slogan? Testa alta e vincere"

Stefano Boffa
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È terminata da poco la presentazione a Casa Milan del nuovo allenatore rossonero Stefano Pioli. Pochi concetti, ma essenziali, tanto da far capire che è l'anti-Giampaolo in tutto e per tutto, sia per dimestichezza davanti ai microfoni che per idea di gioco. Innanzitutto, per Pioli la squadra non è da buttare: "Sono convinto di poter fare un buon lavoro. Credo che il Milan sia una buona squadra e ci siano ottime qualità. La società ha creduto in me". Sulla contestazione dei tifosi, che già hanno iniziato a chiedere la sua testa prima ancora che mettesse nero su bianco sul contratto, se la cava con diplomazia: "La contestazione dei tifosi è uno stimolo ulteriore. Dovrò lavorare sulla testa dei giocatori, sulle idee e sui principi che voglio trasmettere. Saranno dieci giorni importanti". Oltre ai dovuti complimenti di rito al suo predecessore, il tecnico parmigiano mette subito in chiaro una cosa: "Ha idee diverse dalle mie". La priorità per Pioli è arrivare alla testa dei giocatori, senza dare troppa importanza al modulo, ma ai concetti: "Dovrò capire da che punto partiamo, ma sono certo che partiamo da un buon livello. So che è un gruppo importante, di valore. Vorrei far giocare un calcio da interpretare con piacere. Se sono al Milan è perché hanno le qualità per essere al Milan".  Leggi anche: Milan, Stefano Pioli nuovo allenatore. Ufficiale: quanti soldi gli hanno dato in più per farlo accettare Proprio su alcuni singoli si è voluto soffermare il nuovo allenatore rossonero: "Piątek è un bomber ed è influenzato da come gioca la squadra. Lui ha le capacità di fare gol. Paquetà è una mezzala di qualità e di quantità, è completo. Leao ha un potenziale importante, di altissimo livello. Va sfruttato. In questo momento però non sono in grado di dire se sarà un punto fermo. Suso è un giocatore di qualità che va messo in condizione di sfruttare l'uno contro uno". L'ex allenatore della Fiorentina mette in chiaro i tre principi fondamentali che chiede ai suoi giocatori: "Idee, intensità e spregiudicatezza. Semplice e concreto". Senza lesinare qualche "stoccata" indiretta a Giampaolo: "Mi adatto alle qualità dei miei giocatori. Mi sento un insegnante. Il mio obiettivo è migliorare i giocatori che ho. Ci sono tante belle qualità in questa squadra, ora dobbiamo trovare il modo di farle esplodere e di fare un ottimo lavoro". Infine, Pioli ha voluto chiudere la sua presentazione con il suo slogan vincente, che è esattamente l'antitesi di quanto ha predicato il povero Giampaolo con il suo 'testa alta e giocare a calcio': "Vincere. Testa alta o bassa, bisogna vincere. Solo con sacrificio e rinuncia ad egoismi individuali si ottengono certi risultati". Se non altro, c'ha risparmiato l'imbarazzo delle battute sulla cacca nella neve, questo glielo si deve concedere. 

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