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Federica Pellegrini, il coronavirus e i dubbi olimpici: "Le motivazioni ci sono, ma in un anno cambiano tante cose"

Francesco Perugini
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 In tempi così delicati, è bene cominciare con le buone notizie: Federica Pellegrini ha ancora voglia di nuotare. «Un altro anno, non ci voglio credere... speriamo che il fisico tenga botta», erano state le ultime parole della regina del nuoto azzurro dopo il rinvio di dodici mesi dei Giochi di Tokyo. Voleva dire tante altre vasche per lei che ha sempre avuto un rapporto sempre complesso con la fatica e lo stress degli allenamenti. Eppure, nonostante tutto, la veronese aveva sorpreso: dopo il ruolo di portabandiera e il quarto posto di Rio, aveva deciso di inseguire un altro sogno a cinque cerchi a 16 anni di distanza dal debutto d' argento ad Atene 2004. E a 12 dall' indimenticabile oro di Pechino.
Avevamo pochi dubbi, ma ora ecco la conferma: la campionessa dell' Aniene non vede l' ora di rituffarsi in acqua: «Mi dispiace sentir parlare solo di calcio in questi giorni, perché esistono anche tutti gli altri sport», le sue parole ai microfoni di Radio 24. «È logico, il calcio muove tanti soldi, ma mi sarebbe piaciuto sentir parlare anche degli altri movimenti. Se si ricomincia ad aprire, facciamolo almeno per lo sport professionistico».
Nella prima fase di quarantena, infatti, agli sportivi in corsa per i Giochi olimpici era stato permesso di continuare ad allenarsi in condizioni di sicurezza. E quale disciplina può essere considerata più sicura del nuoto che prevede gare senza contatto fisico con gli avversari e l' immersione totale in una vasca di cloro, un disinfettante naturale? Dopo il posticipo delle Olimpiadi, con il calcio ai box da tempo e gli altri sport di squadra che chiudevano i rispettivi campionati, anche i campioni azzurri sono stati costretti allo stop dal Dpcm del 1 aprile. Il blocco è stato poi esteso fino alla fine della "fase 1": un bel problema per gli atleti di vertice. «A stare fermi così tanto si perde tantissimo lavoro, speriamo che per almeno per i professionisti si possa ricominciare dopo il 3 maggio», è l' appello della Pellegrini. «Per noi nuotatori cambia tanto a livello di sensibilità: già cambia tanto quando stiamo fermi sabato e domenica». Lo spirito guerriero è quello di sempre, il corpo non più. Ma a quello ci pensano le cure di Matteo Giunta, capace di regalare alla nuotatrice di Spinea una seconda giovinezza che ai Mondiali 2019 l' ha portata al sesto oro iridato della carriera (ottava medaglia di fila nei suoi 200 stile libero). «Le motivazioni? Non mi preoccupano quelle, ma in un anno nel nuoto cambiano tante cose. Sono caratterialmente molto tignosa e mi sono data l' obiettivo della quinta Olimpiade. Dipenderà anche molto dal mio fisico, a quest' età non si approcciano gli allenamenti come a 20 anni, comunque per ora sono a bordo. Farò 32 anni ad agosto, ma il mio sogno resta quello», è la promessa di Fede.
E se le parole potrebbero far pensare a una campionessa lontana dal mondo reale, i gesti raccontano il cuore grande della veronese che ieri ha messo all' asta 59 cimeli sportivi per un' asta di beneficenza a favore dell' ospedale Giovanni XXIII di Bergamo (sono stati ricavati 66.100 euro): «Sono emozionata e spero di dare una mano concreta. Mentre preparavo la valigia con quegli oggetti un po' mi tremavano le mani. Sarà dura separarsi dagli occhialini di Pechino, ma è per una buona causa». Le toccherà, dunque, nuotare fino a Tokyo per portare a casa dei ricordi altrettanto preziosi.

 

 

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