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Vincenzo Spadafora distrugge la Seria A: le colpe di un ministro che boicotta il calcio

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Eccoli, una alla volta, i campionati europei che ripartono sgommando mentre noi siamo ancora fermi a bordo strada con le mani sporche e la testa confusa, ingarbugliati tra polemiche, indecisioni, bisticci da assemblea condominiale e totale incompetenza. Sì, sembra un incubo, uno di quei brutti sogni che ti fanno svegliare sudato, ansioso e con la tachicardia quando la sera prima hai cenato pesante, con la differenza che però questa è realtà e non finzione. La triste realtà del football italiano che rischia di morire, ucciso dal solito temporeggiare dei palazzi e dall'incapacità di Vincenzo Spadafora, 46 anni, ministro per le politiche giovanili e lo sport, che anziché calciare con decisione il nostro pallone per farlo ripartire si è limitato a un'inutile melina e qualche tackle. 

 

PARTITE TUTTI I GIORNI
Il risultato - desolante - è che gli altri riprendono e noi guardiamo. La Germania, con un'organizzazione semplice quanto efficace, è già alla seconda giornata e la Spagna la seguirà presto: proprio ieri Pedro Sanchez, Primo Ministro, ha annunciato che «La Liga tornerà in campo la settimana che inizia lunedì 8 giugno» e a breve verrà comunicato il giorno preciso della prima partita (il derby di Siviglia) che dovrebbe essere venerdì 12 (domani sarà diffuso l'intero calendario delle 11 giornate che mancano: si giocherà tutti i giorni con la previsione di chiudere il 26 luglio). Non solo. In Portogallo il campionato di riprenderà il 3 giugno con due gare tra cui la sfida tra il Famalicao e la capolista Porto (la conclusione del torneo è prevista per il 21 luglio) e anche in Inghilterra la situazione sembra sbloccarsi. Richard Masters, amministratore delegato della Premier League, è ottimista: «Possiamo farcela, adesso sono più fiducioso e c'è un po' di slancio dopo aver fatto il primo passo». Già, le squadre hanno ripreso ad allenarsi (ma il Watford ha qualche problema con tre casi di positività) e mercoledì ci sarà un incontro decisivo: la ripartenza potrebbe essere il 13 giugno. 

 

E ancora. Entro la fine di maggio dovrebbero partire altri sei campionati europei: il 28 la Danimarca, il 29 Polonia e Serbia, il 30 Israele, Lituania, Montenegro (in Croazia si giocherà la Coppa nazionale, mentre il campionato riprenderà il 5 giugno). Noi no. In Italia siamo ancora fermi e continuiamo a rimandare, la serie B e la serie C sono nel caos, non c'è chiarezza né voglia di decidere. Dopo riunioni e incontri, discussioni e litigi l'iter per la ripresa della Serie A è solo ad un terzo. Dei tre passi fondamentali per tornare in campo, solo il primo è stato portato a termine, e con grande fatica: il protocollo sugli allenamenti di squadra, costato settimane di lavoro e confronti tra Figc e governo, è stato ufficialmente validato. Restano ora due appuntamenti in agenda: l'invio del protocollo organizzativo del campionato, previsto per domani, e l'incontro tra governo, Figc e Serie A, in programma giovedì, dal quale potrebbe uscire la data ufficiale della ripartenza che a questo punto potrebbe slittare al 20 giugno. Il risultato è fin troppo chiaro: partiremo in ritardo, faremo tutto di fretta e, dopo aver perso tempo e denaro, arriveremo nelle Coppe Europee imballati e impreparati. E, come sempre, nessuno si prenderà le proprie responsabilità. riproduzione riservata.

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