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Barcellona, il calcio fa i conti con le perdite e chiede un taglio degli stipendi dei calciatori: il "no" di Messi e compagni

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 E' uno dei fronti più caldi, forse il più caldo, all'interno della crisi economica innescata dal taglio degli stipendi: l'ipotesi del taglio degli stipendi dei calciatori. Una misura che, soprattutto nel caso le competizioni non riuscissero a riprendere, molti club hanno già adottato e altri stanno pensando di adottare per provare a contenere le perdite: cifre che si preannunciano da brividi. La questione è comune a tutti i club d'Europa e non risparmia nessuno. Nemmeno le 'corazzate', le società che in tempi di normalità non si fanno problemi a staccare assegni a sei zeri per assicurarsi i maggiori top player mondiali.

 

 

E' il caso del Barcellona: anche i giganti blaugrana, come tutti, sono in allarme per le ricadute economiche causate dallo stop alle competizioni: si stimano perdite complessive tra i 500 e i 600 milioni di euro. E per questo la proprietà vuole chiedere un sacrificio ai suoi campioni: la trattativa è iniziata e si preannuncia in salita. Stando alla stampa spagnola, i giocatori hanno rifiutato, per il momento, la proposta di taglio dell'ingaggio durante il periodo in cui dureranno le misure restrittive legate al virus. Ovviamente è il primo round: il discorso non si esaurisce qui, la dirigenza sta studiando i prossimi passi da seguire: decisione unilaterale, con tutti gli inevitabili strascichi legali o ricerca della mediazione. L'Erte, il meccanismo che viene adottato in Spagna che permette di sospendere i contratti di lavoro e ridurre le giornate lavorative, taglierebbe il 70% dello stipendio a tutti le squadre professioniste: il numero uno del club catalano Josep Maria Bartomeu ha proposto una sorta di compensazione ai giocatori della prima squadra, in modo che il loro taglio non superi il 50%. Ma dalla commissione sindacale (Messi, Piqué, Busquets e Sergi Roberto) è arrivato un secco no. Una posizione condivisa dall'Assocalciatori spagnola.

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