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Diego Maradona, il giallo della morte: "Ora l'autopsia", un drammatico sospetto dietro l'infarto

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Solo l'autopsia spiegherà cos'ha ucciso Diego Armando Maradona. E già avanza un sospetto: dietro l'arresto cardiocircolatorio che ha stroncato il Pibe de Oro a 60 anni nella sua casa del Tigre, quartiere bene di Buenos Aires, ci potrebbero essere ancora una volta i vizi e gli eccessi che ne hanno rovinato fisico e psiche negli ultimi 40 anni. La domanda giusta, dunque, è: cos'ha provocato l'infarto? Dalla cocaina e dalla droga, Diego sembrava esserne uscito. Ma come ammesso dal suo ex medico personale Alfredo Cahe, negli ultimi anni la polvere bianca che ne ha condizionato il triste e polemico finale di carriera, era stata sostituita dall'alcol. Aveva scelto il buen retiro del quartiere San Andrés consigliato dalla ex moglie Claudia Villafane e dalle figlie Giannina e Dalma, per essere più vicine a loro e soprattutto più vicino alla clinica dove solo l'11 novembre scorso era stato operato d'urgenza al cervello per un edema.
 

 

 

La convalescenza era difficile, le condizioni psicofisiche di Maradona precarie. Si parlava da tempo di depressione, di stati d'ansia crescente legati sia al lockdown da coronavirus sia alle recentissime celebrazioni per il suo 60esimo compleanno, evento in pompa magna a cui Maradona ha potutto giusto far presenza, perché già ridotto a un'ombra di sé. Avrebbe voluto passare il tempo necessario alla riabilitazione a Cuba, come fece nel 2000 dopo il primo collasso che lo portà sull'orlo del precipizio, a soli 40 anni. Allora lo salvò l'abbraccio dell'amico Fidel Castro, morto il suo stesso giorno. Da quei giorni cubani, però, Maradona prese a bere. Da una condanna all'altra, senza espiazione. 

 

 

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