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Verona-Juventus, finisce 1-1: Barak replica a Ronaldo

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L'Hellas ferma di nuovo la Juve, con un pareggio che sa tanto di resa tricolore per i bianconeri. Incapace di gestire il vantaggio firmato da Ronaldo in avvio ripresa, la Vecchia Signora incerottata e con la lingua di fuori nel finale viene raggiunta a un quarto d'ora dal 90' dalla zuccata di Barak, che trova l'1-1 confermando la qualità del gruppo di Juric, rivelazione di questa stagione. Per la squadra di Pirlo è l'ennesima occasione persa. Le numerose assenze (in panchina oltre a McKennie e Buffon c'erano solo giocatori dell'Under23) rappresentano un alibi solo in parte. Perché i bianconeri non riescono a trovare continuità all'interno della partita e la giusta maturità per chiudere i match. Con l'Inter lanciatissima in vetta, lo scudetto è sempre più lontano da Torino. 

 

 

 

La Juve è in emergenza e Pirlo è costretto a rispolverare dalla soffitta il vecchio 3-5-2, tanto caro a Conte e, in parte, ad Allegri. Le sorprese comunque non mancano perché nel terzetto difensivo non c'è il giovane Dragusin bensì il più esperto Alex Sandro, investito anche della fascia di capitano. Sugli esterni chance per Bernardeschi, con Chiesa dalla parte opposta. In mezzo al campo riposa McKennie, rimpiazzato da Ramsey. Una sola variazione per Juric, che si affida all'ex del match Sturaro – e non Tameze – in mezzo al campo. Davanti c'è Lasagna, supportato da Barak e Zaccagni. L'inizio del match è su ritmi forsennati, da una parte e dall'altra. Gli ospiti partono meglio e creano subito un'opportunità con Ramsey, i padroni di casa rispondono con un palo colpito da Faraoni, con decisiva deviazione di Szczesny. 

 

 

 

La Juve si salva ma avverte il pericolo e rinuncia all'atteggiamento garibaldino dei primissimi minuti, arrivando a concludere solo un'altra volta, con Chiesa. Anche perché Rabiot vanifica un ottimo spunto di Kulusevski sprecando malamente una ghiotta opportunità. L'Hellas prende maggiore consapevolezza, rischia poco e dà l'impressione di poter far male, grazie alle fiammate di Zaccagni. La partita è comunque spezzettata, con molte interruzioni e tanti duelli fisici in mezzo al campo, la specialità della casa dei ragazzi di Juric. La Vecchia Signora però riesce a uscire dalla ragnatela del Verona in avvio ripresa: Ramsey verticalizza per Chiesa, che entra in area e serve in corsa Ronaldo. Lovato si perde il portoghese per mezza frazione di secondo, fatale, perché il diagonale di CR7 non lascia scampo a Silvestre. La Juve si esalta, vive il suo miglior momento e sfiora il raddoppio con Ramsey (decisivo il salvataggio di Magnani) ma cala visibilmente alla distanza, naufragando minuto dopo minuto a centrocampo. L'Hellas ci crede e confeziona il pareggio a un quarto d'ora dalla fine grazie ai suoi uomini migliori, Zaccagni e Barak, con il primo che confeziona un cross al bacio per il secondo, che vola in cielo, sovrasta Alex Sandro e firma il pari. Il finale è tutto di marca scaligera, anche perché Pirlo non ha cambi in panchina per fermare l'emorragia. Barak sugli sviluppi di un corner manca la deviazione vincente, poi è la traversa – con il contributo di Szczesny – a salvare gli ospiti sul tiro di Lazovic. La Juve chiude in apnea, fermata dall'Hellas proprio come all'andata. E l'Inter ringrazia: in caso di vittoria sul Genoa può volare a più dieci sui bianconeri, sempre più vicini ad abdicare al trono.

 

 

 

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